Oltre cento persone, sospettate di essere affiliate al clan di camorra Di Lauro, sono state arrestate nella mattinata di mercoledì 12 giugno da Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli. Molte le accuse a loro carico, tra cui traffico internazionale di stupefacenti, tentativo di omicidio e detenzione di armi, tutti aggravati da finalità mafiosa.

Tra gli arrestati anche il diciannovenne Raffaele Di Lauro, figlio di Paolo Di Lauro, boss del clan omonimo soprannominato “Ciruzzo ‘o milionario” che si trova in carcere dal 2005. Il giovane è stato fermato dai carabinieri mentre festeggiava su una nave da crociera il compleanno della compagna.

Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce un complesso sistema legato ai traffici di cocaina provenienti dalla Spagna e destinata alle piazze di spaccio dell’area napoletana. Per gestire la vendita degli stupefacenti nel Rione dei Fiori nel quartiere di Secondigliano a Napoli, era prevista una vera e propria staffetta tra piccole squadre di spacciatori che erano così in grado di assicurare un mercato aperto 24 ore su 24. “Nulla è lasciato al caso: ogni squadretta  fa capo ad un referente ed è questi che deve provvedere a consegnare gli illeciti proventi giornalieri agli uomini di fiducia di Marco Di Lauro” spiega il comunicato della Direzione Distrettuale Antimafia. Le riprese video effettuate nel corso dell’operazione anti droga hanno immortalato lunghe code di automobilisti in attesa di acquistare stupefacenti. La vendita infatti avveniva solo dopo un accurato controllo degli affiliati al clan Di Lauro.

Nell’abitazione di uno degli arrestati sono stati sequestrati anche i “libri contabili” della cosca e dal loro esame si è stimato che in poco più di un anno il clan Di Lauro ha incassato complessivamente 4 milioni e mezzo di euro ricavati dalla vendita di 117.914 dosi di cocaina. Ma da questi soldi, l’organizzazione ha ricavato utili netti solo per 548 mila euro: tra acquisti di droga, parcelle di avvocati, “stipendi “ ai membri del clan, i costi di gestione superavano i 4 milioni.

Maria Elena Zanini