Sarebbe dovuto tornare a brevissimo in Italia David Solazzo, l’agronomo di 31 anni trovato morto, la mattina dell’1 maggio, nella sua casa sull’isola di Fogo, a Capo verde, dove lavorava con la popolazione a un piano di turismo ecosostenibile. La sera del 30 aprile, ha dichiarato il console italiano a Praia Luigi Zirpoli, il ragazzo era stato a cena con degli amici. Le indagini sono in corso, in giornata verrà svolta l’autopsia.

L’ong e il progetto – Alle 19.31 del primo maggio l’associazione no profit Cospe scrive sul suo sito “Addio a David”. Solazzo arrivava da Firenze, dove aveva lasciato la famiglia e la fidanzata. Con l’ong era già volato in Angola e da novembre si trovava sull’isola di Fogo per coordinare l’avvio di un nuovo progetto, Rotas do Fogo. Un’iniziativa per valorizzare il patrimonio e le risorse in modo sostenibile e che garantisca la partecipazione attiva di tutti i portatori di interesse sul territorio, scrive il sito Cospe. «Erano temi, che in quanto agronomo, lui conosceva benissimo», spiega la responsabile della comunicazione dell’ong Pamela Cioni.

L’isola di Fogo – L’organizzazione, che è presente in oltre 25 Paesi del mondo a difesa dei diritti umani e della pace tra i popoli, lavora dal 1988 a Capo Verde. Un arcipelago che è da sempre meta turistica internazionale: il 60% delle entrate proviene dai visitatori che accorrono per le spiagge. «Ma l’isola di Fogo non è come le altre – spiega Pamela Cioni – non è invasa dal turismo di massa».

Dal sito di Cospe

Il vulcano che troneggia sull’isola inizia però ad attrarre sempre più visitatori. Per questo l’idea di Cospe è quella di aiutare la popolazione a «integrare le attività ambientali e agricole al turismo». Un turismo diversificato ed ecosostenibile di cui si stava occupando David Solazzo. «Ogni mese riuniva a una tavola tutti gli attori locali per discutere dei progetti in corso – racconta Cioni – non ci sono mai stati problemi nel coordinare le iniziative». Ma il suo compito era quasi finito. «A breve sarebbe dovuto tornare in Italia perché ormai il progetto, di durata triennale e finanziato dall’Ue, era stato avviato». E infatti su Facebook una sua amica, nel diffondere la notizia del decesso, scrive che proprio due giorni prima aveva salutato David perché lui sarebbe tornato in patria, «non ci eravamo salutati per l’eternità».