Pedro Sánchez
Presidente del Governo della Spagna
Autore: UNclimatechange Fonte: Flickr

«La casa d’ora in poi non sarà più considerato un bene di lusso, ma un diritto». Questo il commento del premier spagnolo Pedro Sánchez dopo che il Senato spagnolo il 17 maggio ha approvato la legge sul diritto alla casa. La norma, nata dall’accordo tra i partiti al governo (Partito Socialista e Unidas Podemos) e alcuni partner parlamentari, prevede tetti per gli aumenti degli affitti in caso di rinnovo di un contratto e limiti temporanei anche per i nuovi contratti nelle zone con i prezzi più alti. La misura si aggiunge al bonus affitti deciso dal governo a gennaio 2022 per i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Spagna è uno dei paesi che si sta occupando di più di questo tema anche se, secondo il report di HousingAnywhere, le sue città principali sono fuori dalla top ten delle più care. A Madrid, per esempio, il prezzo medio per un appartamento è di 1.265 euro, nulla in confronto ai 2.250 euro di Amsterdam (prima in classifica) o ai 1.850 euro di Milano, quarta nella classifica.

La nuova legge – Il cuore della nuova legge prevede l’introduzione di limiti al prezzo degli affitti: il tetto massimo di aumento in caso di rinnovo del contratto è fissato al 2% fino a fine 2023, nel 2024 sarà del 3% e dal 2025 verrà stabilito un nuovo indice. La norma viene applicata nelle zone considerate più calde per il mercato immobiliare, ossia, secondo il governo, quelle dove il costo dell’ipoteca o dell’affitto più le spese base sono superiori al 30% del reddito medio delle famiglie e quelle dove il prezzo dell’acquisto dell’immobile o dell’affitto è aumentato del 3% rispetto ai cinque anni precedenti. Un altro aspetto della legge riguarda le spese di intermediazione dell’agenzia immobiliare per l’affitto di un appartamento. Queste saranno a carico del proprietario e non dell’inquilino. Inoltre, è vietato l’aumento del costo dell’affitto attraverso l’imposizione di nuove spese, come tasse sui rifiuti, spese condominiali o costi extra.
Inotlre, per incentivare l’affitto degli alloggi rimasti vuoti da più di due anni, le case sfitte costeranno di più ai loro proprietari. I municipi potranno applicare un aumento dell’Imposta sui beni immobili ai proprietari da un minimo del 50% a un massimo del 150%, calcolato in base al tempo in cui è rimasta sfitta la proprietà o al numero di immobili vuoti dello stesso proprietario.
Se da un lato questa legge sembra mettere in difficoltà chi possiede immobili, dall’altro prevede degli sconti Irpef sui rendimenti dell’affitto. Da un minimo del 50% fino al 90%, se il nuovo contratto prevede un canone inferiore di almeno il 5% rispetto al precedente. Attenzione particolare, infine, per le famiglie in difficoltà che non riescono a pagare l’affitto. Viene aumentato il periodo di tempo prima dello sfratto in modo che i servizi sociali possano cercare e offrire soluzioni abitative dignitose a queste famiglie, evitando sfratti improvvisi.

Bonus affitti – La norma sul diritto alla casa si aggiunge a un’altra opportunità che i giovani possono sfruttare: il bonus affitti varato dal governo a inizio gennaio 2022. Le persone tra i 18 e i 35 anni, con entrate annuali inferiori ai 24.300 euro circa, possono ricevere fino a un massimo di 600 euro per le casa o 300 euro per una stanza. In determinati e rari casi queste soglie massime possono aumentare, rispettivamente, sino ai 900 e 450 euro.