La Casa dello Studente, in viale Romagna 62, nel quartiere Città Studi di Milano, è un edificio in stile fascista con l’imponente basamento in pietra e le linee pulite. Costruito nel 1934, l’immobile è la prima residenza universitaria del Politecnico di Milano. Dal 2022 lo studentato è disabitato. Gli studenti sono andati via per l’inizio dei lavori di ristrutturazione. Dopo lo sgombero degli spazi, il cantiere si è fermato. Le associazioni studentesche e i cittadini che da inizio maggio stanno portando avanti la protesta delle tende per denunciare l’emergenza abitativa e il caro affitti hanno deciso di occupare la Casa per due giorni dal 12 al 14 giugno 2023.

«L’occupazione della Casa è gesto simbolico», dice Vincenzo Greco, 24 anni, studente di Ingegneria Informatica. La residenza dalla facciata caratteristica si trova a pochi metri da piazza Leonardo da Vinci, il parco davanti al Politecnico. Sotto gli alberi, da maggio 2023 dormono i manifestanti di “Tende in Piazza”, collettivo che usa le tende da campeggio per chiedere una casa alla portata di tutti. «Siamo in emergenza abitativa e, a pochi passi da qui, c’è uno studentato abbandonato» continua il ragazzo. Vincenzo ha abitato 5 anni alla Casa dello Studente. «Era un ambiente internazionale, si stava bene e per una singola con bagno condiviso pagavo 460 euro al mese. Andava ristrutturata e riqualificata ma non ci spieghiamo perché il cantiere è fermo, visto l’enorme problema delle case», racconta a La Sestina.

Come riporta il sito del Politecnico, la struttura di viale Romagna ha 334 posti letto, ma non è possibile prenotare per l’anno accademico 2023/2024. Più della metà delle stanze erano messe a disposizione di persone che, avendo un reddito Isee inferiore a 30 mila euro, godono delle agevolazioni stabilite dal Dsu (Diritto allo studio universitario). «Gli studenti e le studentesse con Dsu sono stati spostati in altre residenze, noi paganti abbiamo dovuto cercare un altro posto. Comunque l’anno prossimo ci saranno centinaia di posti letto a prezzo agevolato in meno», spiega Vincenzo. Gli studentati privati non hanno prezzi comparabili. «Io ora vivo in una stanza doppia in una residenza privata. Per la singola avrei pagato quasi il doppio di quello che spendevo alla Casa dello Studente».

Una delle sale ormai vuote della Casa dello Studente, in viale Romagna a Milano (foto di Novella Gianfranceschi)

Giorgio è all’ultimo anno di ingegneria aereospaziale e anche lui come Vincenzo fa parte di “Tende in Piazza”. «Ecco l’interno della Casa dello Studente. Hanno levato i mobili e sgomberato gli spazi ma ad oggi non ci sono altri lavori in corso. Non c’è neanche il pannello che indica la presenza del cantiere con il nome della ditta e la data di inizio dei lavori», afferma. Dall’ingresso, pochi scalini portano a una grande sala vuota: ci sono solo i pilastri, le ragnatele e la polvere. «Questa situazione è causata anche dalla mancanza di fondi nazionali. Dei soldi erano stati stanziati dopo la legge n.338/2000, che prevede il cofinanziamento da parte dello Stato per interventi rivolti alla realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari», spiega Giorgio. La voce nella sala vuota rimbomba: «Quei soldi ora sono stati fatti rientrare nei fondi del Pnrr destinati all’housing universitario e saranno, per lo più, dati a società private, che offrono prezzi totalmente in linea con quelli del mercato milanese. Non è quello che chiediamo».