Prima gli applausi per i parenti e poi il voto unanime in aula. Così la Camera dei Deputati ha approvato la creazione di una commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze, cittadine vaticane, scomparse a Roma nel 1983 e mai più ritrovate.

I parenti – Durante il voto erano presenti anche i familiari delle due ragazze: per Emanuela c’erano il fratello, Pietro Orlandi, con alcuni nipoti, mentre per Mirella era presente la sorella, Maria Antonietta Gregori.
«Sono molto fiducioso che si possa arrivare alla verità», ha affermato prima del voto Pietro, «è una possibilità dopo tanti anni che ci sia la volontà di fare chiarezza su questa storia».

Applausi e voto – Tutti i deputati, prima di votare all’unanimità la proposta di legge, hanno tributato un battimani ai parenti presenti. Il capogruppo del M5S, Francesco Silvestri, ha chiesto scusa per «tutto il tempo perso per arrivare alla verità».
Secondo il deputato di Forza Italia, Paolo Emilio Russo, «i tempi sono maturi per diradare le ombre su una vicenda che da 40 anni coinvolge e suscita attenzione nella società e nell’opinione pubblica italiana».
Adesso il disegno di legge passa al Senato e, se dovesse passare, entro fine aprile si dovrebbe costituire la commissione d’inchiesta.

I casi – Le storie di Emanuela e Mirella sono spesso collegate anche se non si è certi che ci sia un’effettiva correlazione. Gregori, cittadina vaticana di 15 anni, è scomparsa il 7 maggio 1983: dopo essere rientrata da scuola, era di nuovo uscita alle 15 per incontrare un compagno di classe nei pressi di Porta Pia. In seguito si scoprirà che nessun amico era uscito con lei. I sospetti caddero su un uomo della gendarmeria vaticana, senza prove rilevanti di un effettivo coinvolgimento.
Poco più di un mese dopo, il 22 giugno 1983, toccò a Emanuela Orlandi, mai tornata mentre rientrava da una lezione pomeridiana di musica. Anche su questa vicenda non fu mai fatta chiarezza: si va da un possibile coinvolgimento della banca vaticana, lo Ior, a un legame con l’attentato a papa Giovani Paolo II compiuto dal turco Alio Agca nel 1981 fino alla pedofilia. Ma nulla di certo è emerso della indagini.
Nel 2015 entrambi i casi sono stati archiviati per mancanza di prove consistenti, ma quest’anno sono stati riaperti.

Commissioni d’inchiesta – Per questa legislatura sono già 63 le proposte di istituzione di una commissione parlamentare. Per fare un paragone, nelle prime due legislature repubblicane (1948-1958), le commissione furono solo 3. Ogni commissione porta alla distribuzione di poltrone e spese pubbliche: in media ognuna costa all’erario 300mila euro l’anno.