Il 16 novembre si è svolta la nuova udienza per la presunta violenza sessuale di gruppo su due ragazze diciannovenni, che sarebbe avvenuta nel luglio 2019 in Costa Smeralda, ad opera dei quattro giovani Ciro Grillo (figlio di Beppe), Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

La dinamica – Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, dopo una serata passata in una discoteca della Costa Smeralda, il gruppo formato dai quattro ragazzi e le due ragazze (una giovane italo-norvegese e una sua amica) fanno ritorno nella villetta della famiglia Grillo a notte inoltrata. Stando al racconto di una delle 19enni, da quel momento in poi per lei è iniziato un vero e proprio incubo: dopo essere stata obbligata a bere superalcolici tenuta per i capelli, la ragazza è stata violentata prima da Corsiglia, e poi a turno dai restanti tre. Inutili i tentativi di respingimento dello stupro, a detta della ragazza, che si era rifiutata inizialmente di dormire con uno degli aggressori.

Daniele Ambrosiani, il titolare del B&B di Porto Pollo (ANSA/ VINCENZO GAROFALO)

Testimoni – Il giorno dopo l’episodio, la ragazza ha raccontato dell’aggressione al suo istruttore di kitesurf Marco Grusovin, uno dei testimoni più ascoltati fino ad ora. L’ uomo ha descritto agli inquirenti l’incontro avvenuto con la 19enne il 17 luglio, poche ore dopo l’accaduto: la giovane gli aveva raccontato di essere uscita in un locale della zona (ndr: il Billionaire di Porto Cervo) e di avere conosciuto dei ragazzi, cinque o sette, ma che non lo ricordava perché aveva bevuto. Alla fine, i quattro ragazzi avrebbero abusato sessualmente di lei dopo averla obbligata a bere. La ragazza ha ribadito più volte di non ricordare con precisione le dinamiche degli stupri perché molto ubriaca, a tal punto da non riuscire a ricollocare l’avvenimento la sera del 16 o la mattina del 17. «La ragazza mi raccontò di avere subito una violenza sessuale e di stare molto male», aveva aggiunto Grusovin durante uno degli interrogatori.
Ascoltato più volte dagli inquirenti anche Daniele Ambrosiani, titolare del b&b di Porto Pollo dove le ragazze avevano alloggiato nel luglio 2019. Nelle prime dichiarazioni rilasciate ai carabinieri, l’uomo aveva detto di aver visto le due 19enni serene e rilassate dopo il rientro nella struttura, sebbene taciturne. Durante l’ultima deposizione nell’aula di giustizia di Tempio Pausania, Ambrosiani ha dichiarato che la ragazza era molto schiva, che non gli aveva dato confidenza, facendogli presumere che fosse in hangover, con i classici sintomi di un post sbornia.

Le deposizioni – Ascoltate anche la ginecologa della ragazza Marta Castiglioni, che ha dichiarato di non aver rilevato sulla studentessa segni di violenza sessuale, e il medico legale Vera Gloria Merelli, che ha affermato che i lividi sul corpo della ragazza italo-norvegese erano compatibili sia con una violenza sessuale, sia con l’ attività sportiva che la ragazza aveva praticato in quei giorni. Entrambe le tesi sono sostenute anche dalla difesa, comparsa insieme a Francesco Corsiglia, uno degli imputati, che ha ribadito la sua innocenza apparendo spontaneamente in aula: «Io non ho mai commesso alcuna violenza sulla ragazza. È stato un rapporto assolutamente consenziente. Lo ripeto, consenziente». Il tribunale presieduto dal giudice Marco Contu ha già fissato il calendario delle prossime udienze: 8 febbraio, 8 marzo e 12 aprile 2023. La sentenza, probabilmente, arriverà dopo l’estate 2023. È stata stabilita anche una udienza straordinaria, ancora da concordare, dedicata alla testimonianza della giovane italo-norvegese.