I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

Incidente diplomatico o pasticcio all’italiana? Sul caso dei due marò accusati di omicidio in India spunta una controinchiesta a cura del colletivo WuMing, che contesta la versione ufficiale fornita dalle autorità italiane. L’incidente accaduto il 15 febbraio 2012 tra il peschereccio St. Antony e la petroliera Enrica Lexie – in cui sono morti due pescatori indiani – non sarebbe un evento legato a un’operazione contro la pirateria internazionale, ma una strana sovrapposizione tra impiego militare e servizio privato di sicurezza dei soldati italiani. Voluto dall’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Le operazioni di contrasto alla pirateria, infatti, vengono regolarmente effettuate dalla marina italiana a bordo di navi da guerra. Due le missioni attive: Atalanta, dell’Unione Europea, e Ocean Shield, della Nato. I marò a bordo della nave Enrica Lexie invece non facevano parte di alcune missione internazionale. Nel 2011 il Ministero della Difesa e Confitarma, la Confederazione Italiana Armatori, hanno firmato un’intesa, seguita da una convenzione, che permetteva, agli armatori che ne facessero richiesta, di imbarcare dei Nuclei Militari di Protezione (Npm) formati da fucilieri di Marina, impiegati in servizio anti pirateria a difesa di navi commerciali italiane private. La condizione però era che dovessero comunicare la presenza di questi nuclei alle autorità dello stato sovrano nelle cui acque operavano, secondo la legge indiana “Pre-Arrival Notification for Security”, entrata in vigore il 29 agosto del 2011 (prima dell’intesa tra Ministero della Difesa italiano e Confitarma). Ma l’armatore dell’Enrica Lexie non l’avrebbe fatto.

Sembra venir meno, sempre secondo l’inchiesta di WuMing, anche l’esigenza di protezione dagli attacchi della pirateria. Lungo le coste occidentali indiane infatti nel 2013 si è registrato un solo episodio di pirateria. Due soli episodi anche nel 2012, l’anno dell’incidente. Ma il ministro degli Esteri Emma Bonino non ci sta e critica la decisione del segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon di non intervenire nella disputa tra Italia e India: “La decisione di Ban Ki Moon lascia a desiderare – ha dichiarato Bonino – non è più un rapporto confinato a dispute bilaterali, sono in gioco l’applicazione dello stato di diritto e di risoluzioni dell’Onu”.

Andrea Tornago