L’ex presidente di Anm, Luca Palamara (Ansa)

Sospetti di vacanze pagate, nomine pilotate e favori elargiti al mondo dell’imprenditoria. L’indagine sul mercato romano delle toghe avviata dlla Procura di Perugia si allarga sempre di più. Oltre all’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Luca Palamara, altri due magistrati sono indagati per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta sull’ipotesi di corruzione a Palazzo dei Marescialli, la sede del Consiglio superiore della magistratura. Si tratta del pubblico ministero della Procura di Roma Stefano Fava e di un altro membro del Csm, Luigi Spina. Dal 30 maggio figurano nel registro degli indagati anche gli avvocati Piero Amara, Giuseppe Calafiore e l’imprenditore Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali dell’immobiliarista Francesco Bellavista Caltagirone. La Guardia di finanza ha perquisito l’abitazione di Palamara cercando, probabilmente, altre prove del rapporto che il pubblico ministero intratteneva con Centofanti, già indagato per corruzione, insieme agli altri due, dalle Procure di Roma e di Messina.

I nuovi indagati –  Luigi Spina, che ha dichiarato di essere «disponibile a ogni chiarimento», è accusato di aver avvertito, una decina di giorni fa, Palamara dei procedimenti a suo carico. Il pm capitolino Stefano Fava, invece, è indagato dalla Procura di Perugia per aver contribuito alla fabbricazione di un dossier contro il procuratore Giuseppe Pignatone di Roma e l’aggiunto Paolo Ielo. L’iscrizione di questi due magistrati nel registro degli indagati è indicativa di quanto l’inchiesta sui rapporti tra Palamara e Centofanti possa essere legata alla nomina del successore di Pignatone e dei suoi vice.

I rapporti con Centofanti- Gli accertamenti della procura di Perugia sono incominciati diversi mesi fa, dopo l’inchiesta dei pm di Roma e di Messina nei confronti degli avvocati Amara, Calafiore e dell’imprenditore Centofanti, oggi in attesa di giudizio per un giro di corruzione nei Tar. Gli inquirenti perugini hanno iniziato a indagare sugli eventuali rapporti tra l’ex presidente di Anm, nonché membro del Csm, con Centofanti, mettendo i  luce una serie di favori, vacanze pagate e regali, che il magistrato avrebbe ricevuto dall’imprenditore. E’ cos’ scattata la nuova accusa di corruzione ni confronti dello stesso Centofanti e dei due avvocati Amara e Calafiore. Nell’avviso di garanzia gli inquirenti scrivono che «i tre elargivano favori sia all’ex presidente di Anm sia ai suoi familiari o conoscenti». L’obiettivo era fare in modo che il pm mettesse a disposizione la sua funzione di membro del Csm, «favorendo nomine di capi degli uffici cui erano interessati Amara e Calafiore».

L’inchiesta: la nomina del nuovo procuratore – Nel corso delle indagini i pm di Perugia hanno scoperto infatti che Palamara si incontrava spesso con politici e magistrati per sfruttare, sostiene l’accusa,  il peso “politico” derivante dalla sua carica. Negli ultimi mesi si sarebbe concentrato nel cercare di indirizzare la nomina del nuovo procuratore di Roma destinato a sostituire sostituire Giuseppe Pignatone. Secondo l’accusa, in cambio dei voti di Magistratura Indipendente (une delle correnti sindacali delle toghe) per la sua nomina a procuratore aggiunto, Palamara avrebbe favorito nella corsa alla nuova direzione della Procura capitolina Marcello Viola, il candidato di M.I. più distante dalle posizioni di Pignatone. Proprio per quest motivo avrebbe richiesto e utilizzato i dossier creati dal Fava volti, appunto, a screditare la figura dell’ex procuratore e del suo operato.

Il nuovo procuratore – La partita che si sta giocando a Palazzo dei Marescialli per la nomina del nuovo procuratore ruota intorno alla scelta tra un candidato che prosegua la linea adottata da Pignatone o uno che se ne allontani.  La corrente di Magistratura indipendente, la più a destra dello schieramento politico-giudiziario, ha puntato su Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, per il quale hanno votato anche Piercamillo Davigo di Autonomia e Indipendenza e i «laici» espressi dalla Lega e dai Cinque stelle. Il consigliere di Unicost, Gianluigi Morlini, ha votato per il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, della sua stessa corrente, mentre Mario Suriano di Area, il gruppo di sinistra, ha indicato Franco Lo Voi, procuratore di Palermo, che appartiene a Magistratura indipendente, ma che, avendo lavorato con Pignatone, è più vicino alle sue posizioni.