È tempo di cambiamento per l’Associazione Nazionale Magistrati, dalla cui presidenza si è dimesso ieri, domenica 16 giugno, Pasquale Grasso, eletto tra le file di Magistratura Indipendente solamente lo scorso aprile, sulla scia dell’inchiesta di Perugia partita dal caso Palamara. Il sindacato dei giudici prova adesso a ripartire da Luca Poniz, esponente di Area e pm a Milano che, nelle prime dichiarazioni pubbliche dopo l’elezione, ha parlato di una «gigantesca questione morale» interna alla magistratura. Intanto resta alta la tensione al Csm, il cui plenum è stato convocato per una riunione straordinaria alle 17.30 di lunedì 17 giugno. All’ordine del giorno il dibattito sulla sostituzione di Corrado Cartoni alla Sezione disciplinare del Consiglio.

Il neopresidente dell’Anm Luca Poniz. Foto di ANSA/Angelo Marconi
Nuova presidenza – Dopo lunghe ore di trattative la svolta è arrivata alle 16.30 di domenica 16 giugno. La scelta del nuovo presidente dell’Anm è ricaduta su Luca Poniz, che nel discorso di insediamento ha subito messo in chiaro il punto cardine di quella che sarà la sua linea: «Stop alle porte girevoli tra politica e magistratura». «Dobbiamo innanzitutto recuperare la fiducia dei colleghi e quella dei cittadini – ha aggiunto Poniz – La nostra preoccupazione è che i cittadini continuino a credere nella magistratura». Il neopresidente ha poi ringraziato pubblicamente i colleghi della procura perugina, che stanno ancora indagando sull’ex vertice dell’Anm Luca Palamara e sui torbidi rapporti tra magistratura e politica per ottenere nomine ai vertici delle procure. Prima di essere eletto, con voto per acclamazione, Poniz aveva definito i duri giorni che il potere giudiziario sta attraversando come una «notte della magistratura».
Le dimissioni di Grasso – L’elezione di Poniz è arrivata dopo la richiesta di un cambio di presidenza da parte dei rappresentanti di Unicost, Area e Autonomia e Indipendenza, che ha portato alle dimissioni di Pasquale Grasso, dopo solo due mesi in carica. Negli scorsi giorni la maggioranza dei membri del Comitato direttivo dell’Anm si era infatti dichiarata insoddisfatta della presa di posizione di Grasso nel caso delle Procure, giudicata troppo morbida. A nulla è servito l’abbandono di Grasso del suo gruppo, Magistratura Indipendente, di cui non condivideva la politica adottata nella gestione dello scandalo, ossia quella di non far dimettere i magistrati che si erano autosospesi.
Nuova compagine – A dimettersi è stato anche Antonello Racanelli, segretario di Magistratura Indipendente e procuratore aggiunto di Roma. La sua linea dura, contraria alle dimissioni dei consiglieri del Csm coinvolti nell’inchiesta di Perugia, era ormai diventata insostenibile agli occhi degli altri componenti dell’Anm. Al suo posto c’è adesso Giuliano Caputo, membro di Unicost e procuratore a Napoli. Entra nella giunta dopo 3 anni di assenza anche Autonomia e Indipendenza, corrente fondata da Piercamillo Davigo, mentre rimane del tutto esclusa, prevedibilmente, Magistratura Indipendente. La maggior parte dei componenti della corrente aveva già abbandonato l’aula prima della proclamazione di Poniz come presidente.
Riunione straordinaria al Csm – Intanto è stata convocata per le 17:30 di lunedì 17 giugno una riunione straordinaria a Palazzo dei Marescialli. Il plenum del Csm si dovrà riunire per sostituire Corrado Cartoni alla Sezione disciplinare dopo lo scandalo partito dalle intercettazioni di Luca Palamara. Cartoni, appartenente a Magistratura Indipendente, si era dimesso lo scorso 13 giugno, non tanto per ammissione di colpevolezza quanto più, ha detto, per «senso delle istituzioni». Aveva dichiarando infatti di essere presente agli incontri con esponenti del Pd per le nomine ai vertici delle procure ma di non essere mai entrato nelle trattative. «Eravamo stati a cena con Cosimo Ferri e altri colleghi», ha raccontato Cartoni nei giorni scorsi, «poi lui aveva detto “perché non venite in albergo da me che dopo viene anche un altro consigliere del Csm”. Ma nessuno di noi sapeva che sarebbe arrivato Lotti. Ci siamo accomodati su un divano e, vabbè, mi ero addormentato. Infatti Ferri lo dice: “Si è svegliato Corrado”». Intanto l’effetto domino dello scandalo si allarga fino a tirare in ballo anche Riccardo Fuzio, procuratore generale della Cassazione, lo stesso che poi ha firmato gli atti di accusa proprio di Palamara e degli altri magistrati presenti con lui nell’ormai nota riunione notturna in hotel assieme a Luca Lotti e Cosimo Ferri.