«Per difendere l’orsa, abbiamo perso gli orsi. A prescindere dalla decisione su Jj4, il progetto di ripopolare le Alpi italiane con una delle sottospecie di Ursus arctos è fallito». Nicola Bressi, zoologo ed esperto di conflitti uomo-animale parla così di quello che è accaduto con il caso di Jj4, l’orsa responsabile della morte di Andrea Papi avvenuta il 5 aprile in Val di Sole (Trentino), che è stata catturata la sera di martedì 18 aprile e portata al centro di recupero fauna alpina Casteller. L’11 maggio l’udienza deciderà la vita di Jj4.
Cuccioli – L’orsa è stata catturata dal Corpo Forestale attirata in una gabbia a tubo con della frutta, non lontano dal luogo dove ha aggredito e ferito a morte il 26enne Andrea Papi. Durante le operazioni di cattura erano entrati nella trappola anche due dei tre cuccioli di Jj4, che sono stati poi liberati. I forestali trentini hanno riferito che i piccoli hanno almeno 2 anni e un peso di circa 40 kg per cui possono sopravvivere senza la madre. «I cuccioli della sottospecie di orso che si trova in Trentino vengono svezzati dopo 1 anno. Non bisogna confondersi con la sottospecie di orso grizzly in cui lo svezzamento avviene dopo 3-4 anni d’età», spiega Nicola Bressi a La Sestina.
In Slovenia – Jj4 è nata nel 2006. Nel 2020 aveva aggredito due persone e doveva essere abbattuta, ma il Tar bloccò la decisione. Secondo Bressi, la tragedia di Andrea Papi non si sarebbe verificata se l’orsa fosse stata eliminata: per gli individui troppo confidenti è questa la procedura prevista dal progetto Life ursus che ha ripopolato il Trentino con una specie – una delle sottospecie di Ursus arctos – che in Italia era stata ridotta a pochissimi animali. «In tutte le nazioni dove sono presenti gli orsi, gli individui che si mostrano confidenti vengono uccisi. Se guardiamo alla vicina Slovenia, dove c’è la più alta densità di orsi in Europa, ci si accorge che l’orso è una presenza sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Molti sloveni vivono grazie agli orsi di turismo faunistico e di carne di orso, e sanno che se qualche individuo farà dei danni verrà eliminato».
Spazio vitale – Il Tar ha sospeso l’abbattimento di Jj4 fino a maggio. Il Tribunale regionale amministrativo di Trento ha accolto le motivazioni presentate da Lega antivivisezione (Lav) e Lega Abolizione Caccia (Lac) e ha deciso di prendere più tempo e valutare le motivazioni alla base dell’ordinanza con la quale era stata decretata la rimozione dell’orsa. Il Tar sta aspettando il parere formale dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Secondo alcuni, Jj4 potrebbe vivere in un centro per animali. «Gli orsi sono dei grandi camminatori, in media hanno bisogno di un’area di almeno 20 km2. I centri proposti per ospitare Jj4 hanno a disposizione al massimo 1 km2, che vita farebbe in quei luoghi un’orsa che da 17 anni vive libera tra i boschi?», dice Bressi.
L’orso non fa l’orso – Il Presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha dichiarato di volere l’abbattimento dell’animale e l’eliminazione di molti orsi dalla regione. Gli abitanti della Val di Sole hanno paura. «Gli orsi non vengono uccisi né per colpa, né per vendetta. Non si può attribuire al gesto di un animale un connotato morale, ma, come sa chi ha un cane, ogni animale ha un proprio comportamento. Come i cani, ci sono orsi timidi, orsi aggressivi, orsi che adottano strani comportamenti. Non esiste l’orso che fa l’orso e non tutte le femmine di orso difendono i cuccioli aggredendo, come pare abbia fatto Jj4. Di solito le madri fuggono con i piccoli o fanno versi di avvertimento», afferma lo zoologo.