Da «non indurci in tentazione» a «non abbandonarci alla tentazione». Come annunciato nei mesi scorsi, dal domenica 29 novembre, la prima dell’Avvento 2020, entrerà in vigore nella maggior parte delle diocesi italiane l’uso liturgico del nuovo Messale revisionato dalla Cei (Conferenza episcopale italiana). Tra le modifiche, che diventeranno obbligatorie dopo Pasqua (4 aprile 2021), anche quella al testo della preghiera del Padre Nostro.

Problemi di traduzione – Il nuovo Messale subisce alcune modifiche nel testo volute fortemente da Papa Francesco, già adottate da altre conferenze episcopali nelle loro rispettive lingue, che derivano da una revisione della traduzione dall’originale greco antico. In particolare, la preghiera del Padre Nostro non avrà più l’invocazione a Dio «non indurci in tentazione», ma sarà sostituita con «non abbandonarci alla tentazione». Questo cambiamento è risultato necessario per poter raggiungere una maggiore fedeltà alle intenzioni originali della preghiera, messe a rischio dalle prime traduzioni latine. L’originale verbo greco eisenénkes ha significato letterale di “portarci, condurci”, ed è stato reso nel latino della Vulgata di San Girolamo con inducere. Tuttavia, in italiano “indurre” vuol dire “spingere a…” perciò «non spingerci a cadere in tentazione» risulta strano se rivolto a Dio. Già a fine 2017 Papa Francesco aveva giudicato quella traduzione «non buona»: «Sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione». «Il senso della nostra preghiera», aveva poi concluso, è che «quando Satana mi induce in tentazione Tu, per favore, dammi la mano, dammi la Tua mano».

Non solo il Padre Nostro – Non sarà solo il Padre Nostro a presentare dei cambiamenti. Numerose formule, tipiche della liturgia cattolica e in uso dal 1983, subiranno delle modifiche dettate sia dalle revisioni delle traduzioni, sia dai tempi che stiamo vivendo. Sempre per motivazioni di fedeltà al testo originale, il Gloria reciterà «Pace in terra agli uomini amati dal signore», e le invocazioni in greco saranno privilegiate sull’italiano. All’atto penitenziale, così come in altri passaggi liturgici, la parola «fratelli» sarà sempre accompagnata da «sorelle», rendendo il linguaggio più inclusivo e paritario. La fedeltà non è l’unica motivazione di queste modifiche. La Cei si augura che con l’adozione del nuovo Messale la «superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura» mostrata da alcuni sacerdoti venga abbandonata, perché non solo «pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale».

Messa di Natale – Il Natale è alle porte e, vista l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, potrebbe esserci un nuovo protocollo per la messa più affollata dell’anno. I nodi principali da sciogliere riguardano l’orario per la celebrazione nella notte del 24 dicembre, che violerebbe il coprifuoco fissato per le 22, e il numero massimo di fedeli ammessi che non deve compromettere il distanziamento sociale. Il Comitato tecnico scientifico e la Cei potrebbero fornire presto nuove indicazioni per poter garantire a tutti i fedeli di assistere alla liturgia del Natale con la massima sicurezza possibile. A rischio anche la presenza dei coristi che, per quest’anno, potrebbero essere sostituiti da dei cd.