VIAREGGIO : Esplode un treno nei pressi della stazione Foto: Riccardo Dalle Luche

Nel pomeriggio è arrivata la sentenza di primo grado per reati colposi che vanno dall’omicidio plurimo al disastro ferroviario. Tra i 33 imputati le pene più dure sono quelle di Mauro Moretti e Michele Mario Elia, rispettivamente ex ad di Fs e di Rfi, sette anni a entrambi. L’accusa aveva chiesto 16 anni per Moretti e 15 per Elia.

Sono passati quasi 8 anni dall’apocalisse di Viareggio. Era notte, un treno deragliò e i dintorni della stazione diventarono un inferno in cui bruciarono case e si spensero 32 vite. L’accusa chiedeva complessivamente 250 anni per 33 imputati. Intanto a Lucca si è svolto il corteo dei familiari delle vittime, terminato al Polo fieristico dove si è tenuta la 145/a udienza del processo.

Striscioni e corteo. «Viareggio 29-6-2009 niente sarà più come prima» è scritto sullo striscione che i familiari portano in testa al corteo, insieme alle foto delle vittime. Sono arrivati la mattina del 31 gennaio, a Lucca, davanti all’aula dove i giudici hanno pronunciato nel pomeriggio la sentenza di primo grado del processo per la strage ferroviaria di Viareggio. Con loro hanno manifestato una rappresentanza di macchinisti delle Ferrovie, il gruppo “Tartarughe lente”, nato per ricordare i morti di quella notte, alcuni rappresentanti No Tav e il gonfalone della regione Toscana.

Fiamme. Un treno carico con 14 cisterne, ciascuna contenente 40mila litri di gpl, che deraglia. Segue lo squarcio di alcuni serbatoi e il liquido infiammabile che si versa ovunque intorno alla stazione. Poi l’incendio. 32 morti. Inceneriti, ridotti a scheletri in un attimo o spirati in ospedale per le ustioni dopo giorni di sofferenza. Secondo l’accusa la lacerazione fu causata da un picchetto delle Ferrovie dello Stato, un vecchio strumento che regola l’assetto dei binari. Invece per la difesa è stato un pezzo dello scambio che si chiama zampa di lepre a provocare lo sversamento, attribuendo all’accaduto una casualità non prevedibile. La certezza è che il convoglio partito da Trecate (Novara) e diretto a Gricignano (Caserta) uscì dai binari all’ingresso della stazione di Viareggio per il cedimento di un assile del primo vagone, immatricolato nel 2004 presso la compagnia ferroviaria polacca PKP e revisionato il 2 marzo 2009 da una società in provincia di Mantova.

foto scattate dalla Polizia di Stato a Viareggio sul luogo del disastro

Imputati. Al termine della prima fase del dibattimento i pubblici ministeri Salvatore Giannino e Giuseppe Amodeo hanno chiesto pene complessive per 250 anni di carcere. La condanna più pesante è stata richiesta per Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie e oggi al vertice di Finmeccanica. Richiesta simile per Michele Elia, braccio destro di Moretti e suo successore alla guida della holding Fs. Sono poi chiamate a rispondere del disastro altre 31 persone, tra cui amministratori e dirigenti di società controllate da Ferrovie dello Stato, tecnici stranieri di Gatx, la multinazionale proprietaria del carro merci, e di Jungenthal, l’officina che revisionò l’assile che, rompendosi, causò il deragliamento. Le richieste di condanna variano dai 5 ai 13 anni.

Le condanne. Mauro Moretti è stato giudicato colpevole nella sentenza di primo grado come ex amministratore delegato di Rfi, la società del gruppo che si occupa dell’infrastruttura ferroviaria, ma è stato assolto come amministratore delegato di Fs. Condannati a 7 anni e 6 mesi anche Michele Mario Elia, nel 2009 ad di Rete ferroviaria italiana e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e di Fs Logistica. Dei 33 imputati, i condannati sono stati 23, 10 gli assolti. Tra le società assolte anche Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, mentre vengono condannate Rfi e Trenitalia con una sanzione di 700mila euro.