La Sanchi, petroliera iraniana in fiamme nel Mar cinese orientale

Il primo corpo è stato recuperato, per gli altri 31 non c’è più speranza. Erano tutti persiani, eccetto due bengalesi, gli uomini a bordo della petroliera iraniana entrata in collisione la sera del 6 gennaio con una nave mercantile cinese, al largo di Shangai. Oltre alle vittime, c’è anche il rischio di un disastro ambientale, se il relitto avvolto dalle fiamme dovesse rilasciare in mare le 136 mila tonnellate di petrolio condensato che stava trasportando.

Cos’è successo – Le dinamiche sono ancora tutte da chiarire. Quello che si sa, per il momento, è che la petroliera era diretta in Corea del Sud quando è avvenuto l’incidente contro la Cf Crystal, un mercantile di Hong Kong, a circa 160 miglia a largo di Shangai. Subito mobilitati i soccorsi. Navi e aerei cinesi e coreani che poco hanno potuto contro il maltempo e ancora meno contro l’incendio che ha rapidamente inghiottito la petroliera e si è esteso a una parte del carico, generando gas altamente tossici. Neanche l’aiuto di un areo da ricognizione della marina statunitense decollato da Okinawa è servito. Salvi solamente i 21 membri dell’equipaggio della Crystal.

I danni provocati dalla Exxon Valdez: 700 miglia di costa ricoperte da petrolio

Il disastro ecologico – Secondo le autorità cinesi, il carico della Sanchi è di quasi 1 milione di barili di petrolio condensato. Si parla di un danno di circa 60 milioni di dollari, ma il vero problema è un altro, perché questo tipo di greggio a contatto con l’acqua evapora rapidamente, generando gas che provocano esplosioni. L’Asia potrebbe ritrovarsi di fronte a una delle più gravi catastrofi ambientali degli ultimi anni. Si parla di un disastro di poco inferiore a quello provocato dalla Exxon Waldez, la petroliera controllata dalla ExxonMobil, che nel 1989 si incagliò su una scogliera dello stretto di Prince William in Alaska, lasciando che 260 mila tonnellate di petrolio si riversassero in mare. L’impatto che ebbe sull’ecologia della regione è percepibile ancora oggi, quasi 30 anni dopo.

La seconda volta della compagnia iraniana – Nel giro di un anno e mezzo, la National Iran Tanker, società di Teheran, deve affrontare un secondo incidente. Nell’agosto 2016 un’altra delle sue petroliere si era scontrata con un portacontainer svizzero, nello stretto di Singapore, ma allora per fortuna non vi furono sversamenti in mare.