(Foto di Wikimedia Commons)

È Trieste la città italiana in cui si vive meglio. Il capoluogo del Friuli-Venezia Giulia è arrivato primo nella classifica della qualità della vita nelle province italiane stilata dal Sole 24 Ore. Medaglia d’argento per Milano, risalita di dieci posizioni dopo che la pandemia l’anno scorso l’aveva fatta precipitare da prima a 12esima. Mentre sul terzo gradino del podio c’è Trento. Tutte meridionali invece le province arrivate ultime: in terzultima posizione troviamo Trapani, seguita da Foggia e Crotone, che chiude la classifica come l’anno scorso.

Le prime posizioni – Quella del 2021 è la 32esima edizione del rapporto del quotidiano. Il ranking viene calcolato sulla base di 90 indicatori divisi in sei gruppi: Ricchezza e consumi; Affari e lavoro; Ambiente e servizi; Demografia, società e salute; Giustizia e sicurezza; Cultura e tempo libero. Nella classifica di quest’anno trionfa il Nord-est, con ben sette città del Triveneto nella top ten (che è tutta settentrionale): Trieste e Trento sul podio, Bolzano quinta, Pordenone settima, Verona ottava, Udine nona e Treviso decima. Quest’ultima è l’unica new entry fra le prime dieci, grazie soprattutto all’indice della qualità della vita delle donne, per il quale è risultata prima in Italia. Oltre a Milano, poi, in cima alla classifica ci sono Aosta (in quarta posizione) e Bologna, che era risultata prima l’anno scorso e ora è sesta. Il capoluogo dell’Emilia-Romagna è però primo in Italia per tasso di residenti diplomati e, in generale, per gli indicatori di Demografia, società e salute. Trieste è in testa grazie al primato nell’indice della Cultura e tempo libero. Commentando la classifica, il sindaco Roberto Dipiazza ha sottolineato che le proteste dei portuali contro il Green Pass «non hanno inciso, hanno fatto danni più economici che d’immagine».

I risultati di Milano e Lombardia – Il secondo gradino del podio di Milano dipende invece dalle categorie di Ricchezza e consumi e Affari e lavoro. Il capoluogo lombardo, in particolare, è la prima città italiana per il prezzo delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza delle imprese che fanno e-commerce e dei servizi di home banking. Più deludente la performance milanese in termini di qualità della vita delle donne, per cui la città risulta al 33esimo posto: è ultima in Italia per l’incidenza di imprese femminili e al 103esimo posto per il numero di donne amministratori d’impresa. Diverse città della Lombardia, penalizzate l’anno scorso dalla crisi pandemica, sono tornate quest’anno a guadagnare posizioni. Il balzo in avanti più forte è quello di Monza: da 61esima nel 2020 è salita fino al 14esimo posto. Ma anche Brescia (21esima) e Bergamo (39esima) hanno scalato rispettivamente 21 e 13 posizioni.

Le altre grandi città – Per la capitale è stata una buona annata: Roma è passata dal 32esimo posto del 2020 al 13esimo. In ascesa anche Firenze, oggi 11esima, con un +16 rispetto all’anno scorso. Perde invece 11 posizioni Torino, che scende al 31esimo posto. Bari, arrivata 71esima, e Napoli, 90esima, si mantengono stabili, guadagnando rispettivamente una e due posizioni.

La coda della classifica – La maglia nera di Crotone, invece, dipende dall’ultimo posto negli indici di Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi e Cultura e tempo libero. In questa categoria, le tre posizioni finali sono occupate tutte da città calabresi, con Reggio Calabria terzultima e Vibo Valentia penultima. Il Sud domina la classifica in negativo: per trovare una città del Centro (Latina) si deve risalire fino all’83esimo posto e fino al 77esimo di Imperia per una provincia settentrionale.