Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della strada si sono riaccese le polemiche sugli aspetti che appaiono più contraddittori. In particolare la stretta sull’assunzione di droghe. Ad aggiungere pepe sull’argomento è stato il botta e risposta tra Vasco Rossi e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, accusato dal cantante di far rischiare il carcere a chi ha fumato marijuana una settimana prima di essersi messo alla guida. Una questione che sarà chiarita solo quando ci saranno i decreti attuativi.

Cosa si sa e cosa non – Quello che è certo è che i controlli non partiranno da un’alterazione psicofisica del guidatore. Non è chiaro però nel concreto come funzioneranno gli accertamenti. Fino a che non ci saranno i decreti attuativi, continueranno ad essere applicati i criteri che si utilizzano già ora. E quindi due test. Le forze di polizia preleverebbero un campione di saliva al guidatore per effettuare il primo test, che non è invasivo e che può essere svolto anche con l’aiuto di apparecchi portatili. Se questa prova desse esito positivo (ma anche se ci fosse il sospetto ragionevole che il guidatore si trovi sotto l’effetto di sostanze), si procederebbe al secondo step con esami tossicologici di laboratorio effettuati sempre su campioni di fluido del cavo orale. In alternativa, se la persona fermata si rifiutasse o fosse difficile effettuare il prelievo, il conducente verrebbe accompagnato in una struttura sanitaria certificata.