Si allentano le regole del Codice della strada sulle sostanze stupefacenti? Una circolare ministeriale rivede i criteri per i test che accertano lo stato di alterazione alla guida. Il nodo riguarda la tanta discussa norma per cui un conducente possa essere incriminato a prescindere dai reali effetti delle sostanze sulla capacità di guida. I ministeri dell’Interno e della Salute hanno inviato una comunicazione alle prefetture e alle forze dell’ordine per provare a trovare una soluzione normativa: da adesso bisognerà dimostrare che le sostanze stupefacenti producano ancora i suoi effetti sull’organismo.

Il nuovo Codice delle strada, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, è stato voluto e sponsorizzato con decisione dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Questa riforma ha sin da subito fatto molto discutere e associazioni e movimenti antiproibizionisti si sono battuti per denunciare come queste regole non salvaguardino la sicurezza degli automobilisti. Esperti di diritto hanno inoltre sollevato dei dubbi sulla costituzionalità della legge, nello specifico perché non vengono puniti i conducenti alterati dalle sostanze, ma anche quelli che le hanno assunte giorni prima e che quindi sono perfettamente in condizione di guidare. Un altro punto molto controverso riguarda le persone che per motivi terapeutici assumono farmaci o ansiolitici che fanno scattare la positività al test salivare. In seguito a questo sono arrivati i primi ricorsi: la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Milena Granata ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare la legittimità del Codice. Il punto chiave contro cui si sono scagliati in molti riguarda l’aver eliminato le parole “stato di alterazione psico-fisica”.

«Se ti stronchi di canne e ti metti alla guida, lucido sì o lucido no, io ti ritiro la patente e fino a 3 anni non la rivedi più». Così si esprimeva Matteo Salvini in conferenza per presentare la riforma. È proprio quel “lucido si o lucido no” che affermava con fermezza che la nuova circolare ministeriale vuole contestare. La disposizione chiarisce che per accusare qualcuno si debba accertare che la sostanza produca ancora i suoi effetti e che di conseguenza ne comprometta la capacità di guidare. Più nel dettaglio è necessario accertare che la sostanza sia stata assunta in prossimità alla guida. La circolare spiega passo dopo passo quella che deve essere la procedura: le forze dell’ordine per prima cosa possono sottoporre la persona al test salivare come accertamento preliminare. In caso di positività vanno prelevati due campioni di saliva e mandati al laboratorio di tossicologia forense. Dalle analisi emergerà poi il reale stato di alterazione.

È importante comunque fare chiarezza da un punto di vista giuridico: la legge non è stata cambiata. La circolare ministeriale non è una fonte del diritto e quindi non prevale sul Codice della strada. Anche in caso di procedimento penale il trasgressore non potrà invocare l’applicazione della circolare in tribunale. La circolare però certamente è un primo passo significativo e dà un chiaro segnale alle forze dell’ordine.