Nel 2023 Greta Gerwing ha immaginato una Barbie vivente e parlante, interpretata da Margot Robbie nell’omonimo film. Nel 2025 l’idea della regista americana è diventata realtà. La Mattel, che produce la bambola ponte tra più generazioni di bambine, ha siglato un accordo con OpenAI per integrare l’intelligenza artificiale nei giocattoli. Il progetto, che nasce da un calo di vendite e dalla volontà di proporre novità sul mercato, prevede il lancio di nuovi prodotti per la fine dell’anno con l’obiettivo di creare esperienze di gioco interattive ma appropriate all’età. Sarà ChatGPT Enterprise, la versione del chatbot pensata nello specifico per le aziende, a potenziare i giocattoli di punta della Mattel: Barbie, Hot Wheels, Masters of the Universe e Uno. Le bambole in particolare, saranno giocattoli ibridi, metà plastica, metà algoritmo, capaci di interagire, parlare e dispensare consigli a servizio dei bambini e delle bambine di tutto il mondo.

Le reazioni – Dal 1959, da semplice passatempo, Barbie è diventata componente di milioni di famiglie a tutti gli effetti. Mai abbiamo accreditato intelligenza al giocattolo nato sotto la bandiera a stelle e strisce, ma con OpenAI, per la bambola bionda sarà “una rivincita” diventare meno fredda e più empatica, competente non solo nell’ambito fashion ma anche nella “vita”. Proprio per questo, anche se i dettagli dell’iniziativa non si conoscono, le prime reazioni dei genitori non sono state positive. OpenAI ha rassicurato: l’azienda ha chiarito che le versioni con l’intelligenza artificiale saranno destinate ai maggiori di 13 anni, per evitare che i più piccoli siano esposti a rischi correlati all’Ai. Ma le parole dell’azienda non bastano: si parla di un server che conserva le trascrizioni delle conversazioni quasi in eterno e questo significherebbe fornire all’intelligenza artificiale informazioni sensibili di e su minori senza adeguate protezioni. Già nel 2015 infatti il tentativo di “Hello Barbie”, con il riconoscimento vocale capace di registrare conversazioni fu un fallimento. Un’altra critica riguarda il senso ultimo dell’operazione: perché creare giocattoli che possono rispondere a dubbi, inventare storie, raccontare e fare compagnia con le loro parole? Come se fosse una versione successiva di Furby, i nuovi prodotti Mattel rischiano di sostituirsi alla creatività dei bambini, con danni alla loro capacità di mmaginazione.

Il mercato – «Con OpenAI, Mattel ha accesso a un set avanzato di funzionalità di intelligenza artificiale, oltre a nuovi strumenti per favorire la produttività, la creatività e la trasformazione aziendale su larga scala», ha affermato Brad Lightcap, direttore operativo di OpenAI. La collaborazione tra le due aziende è nata da esigenze mirate del colosso americano, che negli ultimi anni ha affrontato vari problemi legati al mercato: le incertezze economiche e le nuove politiche commerciali introdotte dalla nuova amministrazione di Trump hanno causato un calo della domanda nel settore dei giocattoli, spinto anche dall’aumento dei costi delle materie prime. Così, come nel passato, ancora una volta Mattel rincorre le novità per introdurle nei propri prodotti e renderli più accattivanti: superate le Barbie politically correct (multirazziale e anti abilista), la nuova frontiera è ChatGPT.