Il mondo accademico è agitato. Lo ha detto anche il rettore dell’Università Statale di Milano, Elio Franzini, nella sede della Crui, la Conferenza dei rettori italiani. «È un momento carico di tensione che speriamo di risolvere presto». Da ottobre 2023 nelle università italiane e internazionali gli spazi per il libero dibattito riguardo Israele-Palestina hanno portato a numerosi scontri. La Middle East Studies Association(Mesa), la più grande società di studi mediorientali del mondo, ha denunciato più di 34 casi di violazione della libertà accademica negli Stati Uniti, casi che includono licenziamenti, sospensioni, diffamazioni a danno di professori e studenti. In Europa ne sono stati denunciati più di venti, l’ultimo caso clamoroso le dimissioni della rettrice di Harvard Claudine Gay, accusata di antisemitismo, o i licenziamenti di Nurit Paled-Elhanan e di Uri Goresh dalle università israeliane per aver espresso posizioni a favore di un cessate il fuoco.

Gli atenei italiani- La situazione in Italia è meno allarmante, ma le tensioni tra collettivi studenteschi degli istituti accademici aumenta. A novembre, circa 5000 mila accademici hanno firmato una petizione per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, l’intervento della comunità internazionale e la sospensione della cooperazione scientifica con gli atenei Israeliani. L’ateneo di Torino è stato il primo ha decidere di sospendere la collaborazione con le realtà accademiche israeliane. «Il Senato dell’Università», ha detto il rettore di UniTo, Stefano Geuna, «ritiene non opportuna la partecipazione al bando del Ministero degli Affari Esteri (Maeci) 2024, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza».

Torino protagonista –  Dopo una lunga discussione in senato accademico, il 19 marzo l’università di Torino ha deciso di di approvare un documento che di fatto chiude le porte ad un unico bando: il Maeci appunto, un progetto che mira a finanziare la ricerca congiunta tra Italia e Israele in tre settori di applicazione (le tecnologie per il suolo, per l’acqua e le tecnologie quantistiche). L’università, con una nota, ha precisato che il resto delle collaborazioni e gli accordi con le università israeliane rimarranno attive. A votare lo stop al bando è stata quasi la totalità dei senatori di Unito. Due gli astenuti e un unico «no», espresso dalla professoressa Susanna Terracini, direttrice del dipartimento di Matematica. «Non avrei avuto problemi ad approvare una richiesta per il cessate il fuoco. Mentre sono fortemente contraria ai boicottaggi accademici». Per i collettivi degli studenti, sostenitori di un totale stop alle collaborazioni accademiche con Israele, è stata una vittoria parziale: hanno bloccato la riunione del senato per protestare e sono riusciti ad ottenere un’assemblea pubblica per ridiscutere le loro richieste.

La bufera della politica – Con qualche ora di ritardo, sono esplose le reazione della politica alla decisione dell’ateneo. «Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi», ha detto alla Camera la premier Giorgia Meloni, durante la replica nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Il senatore di Forza Italia Gasparri ha parlato di «antisemitismo di ritorno». Lucio Malan, Fratelli d’Italia, ha definito quanto accaduto un «voto non democratico» perché avvenuto «sotto occupazione». Sul caso è intervenuto anche la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini: «Quella dell’Università di Torino è una decisione che non condivido, seppur assunta nell’ambito dell’autonomia propria degli atenei».

Milano- Per ora l’ateneo milanese evita polemiche e scontri. «In una università come la mia non si può pensare di limitare gli accessi, abbiamo più di 40 sedi, è tecnicamente impossibile», ha detto Elio Franzini, rettore dell’Università Statale di Milano, spiegando la posizione di Milano sulla cooperazione con Israele. L’ultima seduta del senato accademico milanese si è tenuta il 12 marzo e «durante questo incontro non si è discusso di nessuno stop alle cooperazioni con Israele», ha raccontato a La Sestina Benedetto Longobardi, rappresentante degli studenti al senato accademico milanese. «A ottobre abbiamo portato una mozione per sospendere gli Erasmus con l’università israeliana di Reichman, ma non ci siamo riusciti. Abbiamo ottenuto la sospensione Erasmus con quella di Ar’iel e siamo riusciti a far approvare dal rettore la mozione sul cessate il fuoco a Gaza», ha spiegato Longobardi, «in questo momento non abbiamo altre proposte in programma: in generale, a Milano, ci sono state poche tensioni discusse in senato».