Il patto mai confessato per far cadere il governo Prodi sette anni dopo si trasforma in un’accusa per Silvio Berlusconi. Corruzione e finanziamento illecito per la compravendita dei senatori nel precario equilibrio politico del 2006.

Durante la legislatura di Romano Prodi, il Cavaliere avrebbe versato al senatore campano Sergio De Gregorio tre milioni di euro in cambio del suo passaggio dall’Idv al Pdl. Una mossa che contribuì a far cadere l’esecutivo di centro-sinistra. La mattina del 28 febbraio a Berlusconi è stato notificato un avviso di iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Napoli. Nell’inchiesta condotta dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock sono sotto accusa anche lo stesso senatore e l’ex direttore de L’Avanti! Valter Lavitola.

Secondo l’accusa, Lavitola avrebbe fatto da tramite tra Berlusconi e De Gregorio per favorire la caduta del governo Prodi. Nell’ambito del processo per tentata estorsione al Cavaliere i pm Piscitelli e Woodcock hanno depositato la lettera di Lavitola, sequestrata dal computer dell’imprenditore Carmelo Pintabona, anche quest’ultimo indagato con la stessa accusa. Nel documento datato Rio De Janeiro 13 dicembre 2011 Lavitola rinfaccia al Cavaliere i debiti nei suoi confronti per la mediazione nella compravendita dei senatori. L’inchiesta di Napoli a carico di Berlusconi è seguita da due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la Pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia.

Ma contro l’ex premier c’è un’altra inchiesta. La Procura di Reggio Emilia ipotizza il reato di voto di scambio dopo l’invio della lettera che Berlusconi ha spedito a 9 milioni di italiani nella quale promette il rimborso dell’Imu 2012 in caso di vittoria alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Secondo il Resto del Carlino il Cavaliere sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dopo due esposti sulla lettera elettorale.
All’indomani del voto, quindi, altre tegole giudiziarie si sommano a un già programmato ingorgo di sentenze a Milano: nei prossimi giorni il processo d’appello Mediaset, Unipol (verdetto previsto il 7 marzo) e Rubygate arrivano alle battute finali.

Anna Lesnevskaya