Concorso scuola

Un momento prima prova del "Concorso a Cattedra" all'Istituto Avogadro di Torino (fonte: ANSA)

Tra domande di logica, informatica, comprensione del testo e soprattutto molte polemiche, è arrivato al secondo giorno di prove il “concorsone” della scuola. In palio ben 11.542 posti di ruolo in tutta Italia. Lunedì 17 più di 137mila persone hanno affrontato la preselezione per il concorso vero e proprio che si terrà nel 2013, il primo dopo 13 anni. I candidati hanno sostenuto test personalizzati al computer: 50 domande a risposta multipla in 50 minuti. Supera la prova chi risponde correttamente ad almeno 35 quesiti.

Il primo giorno di selezione solamente il 33,6 per cento dei candidati è riuscito a superare la soglia richiesta. Tra questi molti gli aspiranti insegnanti che non avevano alle spalle neanche un anno di precariato. E da qui nascono le polemiche su domande eccessivamente tecniche, quesiti che poco hanno a che vedere con il proprio ambito di insegnamento, polemiche che hanno scatenato la protesta dei “precari storici” che non sono riusciti ad arrivare alle prove scritte.

«La prova di selezione è divisa in tre fasi. Questa è solo la prima, e serve a valutare la capacità logica e di sintesi», ha risposto il ministro Profumo in un’intervista al Messaggero a chi gli ha fatto notare che le prove non erano adeguate. «Si tratta di due elementi che valgono per qualunque professione, e che al tempo stesso non bastano a fare un bravo docente. Nella seconda fase si valuteranno le competenze specifiche di settore. Poi ci sarà una terza fase, in cui si misurerà la capacità di relazionarsi con i ragazzi, di comunicare, di trasferire la conoscenza nel modo dovuto. Perché non è detto che uno scienziato sia anche un bravo docente».

Nel frattempo sono già stati annunciati i primi ricorsi: l’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, ha dichiarato battaglia alla soglia delle 35 domande che andrebbe ben oltre i 6/10 previsti dal Decreto Legislativo 297/94.