In fila davanti al Monte Pegni del Banco di Napoli ci sono una quindicina di persone. Alcuni aspettano davanti ai cancelli. Altri si posizionano ordinatamente poco più in là, all’inizio di via San Giacomo: si mescolano ai passanti guardando da lontano le forze dell’ordine. Tutti indossano la mascherina, sono lì per consegnare l’oro che custodivano a casa e che ora gli permetterà di arrivare alla fine del mese. Ci sono giovani, donne, anziani. Persone in difficoltà che durante l’emergenza sanitaria hanno perso il lavoro e consumato i risparmi.

I “nuovi” poveri – Secondo le stime di Coldiretti, dall’inizio della pandemia un milione di italiani in più è costretto a chiedere aiuto per mangiare. Il 20 per cento risiede in Campania. Sono piccoli commercianti, lavoratori stagionali o ambulanti. In molti hanno provato ad accedere ai sussidi statali, ma stanno ancora aspettando di ricevere la somma richiesta. Sperano di avere i requisiti adatti per ottenere il reddito di emergenza, che doveva già entrare in vigore ad aprile e che ora è atteso nel decreto di maggio.

Liquidità – «Non sapendo cosa fare e non potendo più lavorare, chi non ha molti soldi in tasca decide di impegnare quello che ha», spiega Marco, titolare di un negozio che vende e compra oro al Vomero. Qui, in uno dei quartieri più abbienti di Napoli, la crisi si è sentita meno. «Le persone sono venute con regolarità, non si sono create file o attese. Anche perché molti compro oro, essendo adibiti alla vendita al dettaglio, sono rimasti chiusi fino al 4 maggio», continua Marco. Chi aveva bisogno di liquidità si è recato, quindi, direttamente al banco dei pegni. È successo a Torino, a Milano, in tutta Italia.

Compro oro – Le persone cercano soldi da poter spendere quasi nell’immediato. Gli servono per fare la spesa o per pagare le bollette. «Proprio per questo motivo, più volte abbiamo chiesto di riaprire prima della fase due», commenta Lucia, che da anni gestisce un piccolo locale vicino Piazza Vanvitelli, in cui si compra e vende oro. Le richieste non sono state accolte e la maggior parte dei negozi hanno rimesso in moto l’attività solo pochi giorni fa.

Impegnare, non vendere – «C’è anche da dire, però, che in qualsiasi caso le file sarebbero state più lunghe davanti al Monte dei Pegni. Le persone non vogliono separarsi per sempre dai propri averi e per questo decidono di impegnarli invece di venderli», aggiunge Lucia. Chi decide di rivolgersi agli sportelli di via San Giacomo sa, infatti, di poter riavere l’oro se ripagherà il debito. In tanti quando escono da quel portone di metallo, sembrano più sereni. Meno afflitti. Un signore prende per mano sua moglie. Sottovoce le dice: «Ora possiamo andare a casa».