Oltre 330mila domande per il bonus da 600 euro, il sovraccarico del sito a metà giornata e un possibile attacco hacker. Il primo aprile non è stata una buona giornata per l’Inps, le critiche dal mondo politico sono state rumorose ma il presidente Pasquale Tridico ha assicurato che l’indennità per i lavoratori autonomi sarà corrisposta a partire dal 15 aprile fino alla fine del mese, senza un criterio cronologico per la presentazione delle richieste.

Il portale bloccato – Tridico aveva dichiarato in mattinata che «dall’una di notte alle 8.30 circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti siano inevitabili con questi numeri». Intasamenti che hanno poi portato al blocco del sito, proseguito a più riprese durante la giornata.

La schermata che appariva collegandosi al sito Inps (Foto ANSA)

La falla e i dati divulgati – A chi riusciva ancora a connettersi e ad accedere alla piattaforma MyInps è successo anche di veder comparire il nome di altri utenti, corredato dai relativi dati personali. Il malfunzionamento e la grave falla di sicurezza del sito sono stati spiegati da Tridico con un attacco informatico doloso: «Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi, e anche stamattina, violenti attacchi hacker». Ha dichiarato inoltre che con il passare delle ore gli accessi avevano «raggiunto le 300 domande al secondo e il sito non ha retto», con conseguente sospensione del portale da parte dell’Inps. Il garante per la Privacy Antonello Soro ha espresso la sua preoccupazione, dichiarando: «Questo data breach è un fatto gravissimo, abbiamo immediatamente preso contatto con l’Inps – aggiunge Soro – e avvieremo i primi accertamenti per verificare se possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia». Soro ha anche chiesto che i dati siano immediatamente messi in sicurezza.

Il giorno dopo – Il giorno dopo il sito ha ripreso a funzionare, pur presentando ancora. L’Inca Cgil, il patronato del sindacato, ha fatto sapere che è possibile accedere al sito ma che alcuni cittadini hanno avuto problemi di accesso a MyInps, e che alcuni di loro hanno visualizzato di nuovo le identità di altri utenti, le stesse che erano apparse già ieri. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha dichiarato che all’una di notte del 2 aprile «le domande pervenute erano già 517.529 e contemporaneamente il sito, sino a mezzanotte, ha subito un ulteriore attacco molto importante ma è riuscito comunque a rimanere in piedi». Gli attacchi subiti dal sito dell’Inps sono stati diversi e, secondo la ministra, si erano intensificati già nella giornata del 1 aprile.

Le critiche – Se dal governo sono arrivate rassicurazioni, l’opposizione ha invece criticato molto duramente i disservizi che l’episodio ha causato. Matteo Salvini, in una diretta su Facebook, ha chiesto: «In una azienda se salta il sito internet qualcuno si dimette. Possibile che solo nell’apparato pubblico italiano, se salta il sito internet dell’Inps, nessuno si dimette?». L’europarlamentare di Azione Carlo Calenda ha chiesto un “cambio di marcia” al governo: «Quello che è successo ieri sul sito dell’Inps è semplicemente indegno di un Paese normale, quello che abbiamo visto succedere sugli approvvigionamenti denota una mancanza di programmazione, di capacità». Calenda ha aggiunto di essere sempre stato costruttivo, ma che «l’incapacità gestionale e la pretesa di autosufficienza è arrivata a un punto critico». Per il portavoce dei parlamentari di Forza Italia Giorgio Mulè l’Inps e il governo dovrebbero scusarsi al più presto: «Ricevere quel numero di domande era un’azione prevedibile e sostenibile: ieri è stata disvelata una falla enorme che deve preoccupare l’oggi e il domani. L’attacco degli hacker è avvenuto intorno a mezzogiorno, quando già il sito faceva follie e gli italiani impazzivano: è stata, cioè, eventualmente un’aggravante».