La soglia, anche psicologica, dei 3 milioni di contagi nel mondo sta per essere raggiunta: a oggi sono 2.981.592. Come se tutta Roma fosse stata infettata dal Covid-19. A dirlo sono le statistiche quotidiane aggiornate dalla Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland) che rileva anche il numero dei morti e stila la lista dei Paesi più colpiti dal coronavirus. I decessi nel mondo sono 206.640 e l’Italia è al secondo posto: dopo i 54.841 morti degli Stati Uniti, il nostro Paese ne conta 26.644, la Spagna 23.190 e la Francia 22.856. Ma secondo il Financial Times, il dato sui decessi a livello globale è notevolmente sottostimato, sulla scia di alcuni casi italiani come la provincia di Bergamo. Secondo un’analisi su 14 Paesi del mondo svolta dal quotidiano della City di Londra, i morti potrebbero essere il 60% in più fino a superare quota 300.000.

L’andamento del Covid-19 nel mondo – Mentre alcuni Stati iniziano a riaprire in autonomia come la Georgia e l’Oklahoma, in America il numero delle nuove vittime si è quasi dimezzato nelle ultime 24 ore: 1.330 rispetto alle 2.494 del giorno precedente. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha detto che già dal 15 maggio in città potranno riaprire alcune fabbriche del settore manifatturiero. Ma negli Stati Uniti a preoccupare sono gli effetti delle dichiarazioni del presidente Donald Trump che nei giorni scorsi aveva ipotizzato di curare l’infezione «iniettandosi il disinfettante»: il New York City’s Poison Control Center fa sapere che, nelle ore successive alle parole del commander-in-chief, sono aumentati considerevolmente i casi di intossicazione segnalati. Nel resto del mondo la curva di contagi e decessi migliora ovunque: in Spagna dal 2 aprile (il giorno del picco) è iniziata a scendere il numero dei nuovi decessi (oggi poco più di 23mila), in Francia diminuiscono sia i morti in ospedale (152) che i pazienti in rianimazione (4.682, -43 nelle ultime 24 ore) mentre la situazione è più controllata in Gran Bretagna dove domenica sono morte 413 persone, il numero più basso dall’inizio dell’epidemia.

Un test in automobile a Brion, in Galizia (EPA/Lavandeira jr)

I decessi, forse sottostimati – Il Financial Times ha svolto un’analisi in 14 Paesi del mondo – tra cui Italia, Francia e Spagna – mettendo a confronto i decessi nei mesi di marzo e aprile rispetto a quelli del 2019: lo studio ha fatto emergere 122mila morti in più rispetto ai 77mila già registrati, per un totale di 318mila. I dati più pesanti vengono rilevati proprio in Italia con il 90% dei decessi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in Belgio (+60%) e in Spagna (+61%). Le città del mondo più colpite, invece, sono Bergamo con un aumento del 464%, New York (+200%) e Madrid (+161%). Secondo il quotidiano britannico, il numero delle morti è notevolmente sottostimato perché molte di queste non avvengono negli ospedali e per un insieme di più cause, spesso malattie pregresse, che il Covid-19 contribuisce ad aggravare.

Wuhan senza contagi – Una notizia positiva arriva da Wuhan, la metropoli della provincia dello Hubei in cui è scoppiato il primo focolaio di Covid-19. Dopo la fine del lockdown, il numero dei pazienti ricoverati in ospedale per il coronavirus è sceso a zero dopo la guarigione dell’ultimo caso positivo di venerdì scorso. Nello Hubei i casi sono scesi sotto i 50: il nuovo fronte cinese adesso si sposta nella provincia di Heilongjang dove le infezioni sono salite a 549, molte delle quali importate dalla Russia.