«Non abbiamo istituito l’ora di passeggio con i bambini». A dirlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nella conferenza stampa convocata il 1° aprile, ha cercato di spegnere le polemiche innescate dalla circolare del ministero dell’Interno. Il provvedimento del Viminale rivolto ai prefetti chiedeva un approccio più elastico su possibili infrazioni delle misure restrittive da parte di adulti che escono di casa con i loro figli. «La circolare vuole solo sottolineare che, in caso di uscita per la spesa o in farmacia, è possibile essere accompagnati da un bambino. Non deve però essere l’occasione per andare a spasso e allentare così le misure restrittive», ha concluso il premier, rispondendo così alla preoccupazione di Comuni e Regioni, contrari al provvedimento.
C'è una buona notizia, nonostante i tempi difficili. Con l'ultima circolare del @Viminale abbiamo accolto l'appello al diritto alla passeggiata per i bambini: a ciascun genitore sarà consentito camminare con i propri figli di minore età in prossimità della propria abitazione. pic.twitter.com/ovR6rfKOZs
— Vito Crimi (@vitocrimi) March 31, 2020
Il fatto – Firmato dal capo di gabinetto Matteo Piantadosi, il provvedimento del ministero aveva l’intenzione di chiarire ulteriormente il concetto di assembramento e di spostamento delle persone. Afferma infatti che «è da intendersi consentito a un solo genitore, camminare con i propri figli minori». Un esercizio da ricondurre «alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione, da non intendere come equivalente all’attività sportiva». L’idea del Viminale era quella di rispondere così alle richieste della maggioranza: pochi giorni fa la ministra della Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva) aveva dichiarato che «è ora di far tornare gradualmente i bambini a fare attività psicomotoria da soli e con le dovute garanzie». Per il viceministro dell’Interno Vito Crimi (Movimento 5 Stelle) «la circolare non è assolutamente un allentamento delle restrizioni. Tuttavia, non possiamo far pagare quello che sta succedendo ai bambini più piccoli. Loro possono uscire, non certo i quindicenni». Un tema, quello dell’età, che ha diviso anche i pediatri. Molti ritengono imprudente far uscire i bambini, altri, come il presidente della società italiana di pediatria Alberto Villani, consigliano di portarli a far la spesa per vedere come si fa ma scoraggiano eventuali giri all’aperto con i neonati in carrozzina.
COVID-19, APPELLO AL GOVERNO, APPELLO AI CITTADINI
? #CORONAVIRUS: rivolgo il mio appello al Governo nazionale perché confermi in maniera chiara e forte l'obbligo per tutti di rimanere a casa, salvo che per l'acquisto di beni alimentari o di medicinali…https://t.co/9LKPm2sVH5 pic.twitter.com/TngXsAQUSB— Vincenzo De Luca (@VincenzoDeLuca) April 1, 2020
Le polemiche- Inevitabile la reazione di governatori e sindaci. Da nord a sud tutti gli amministratori locali hanno emanato a loro volta circolari e provvedimenti per neutralizzare l’atto del Viminale. Per Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, «il provvedimento significa che stanno abbassando le difese. Vista l’emergenza coronavirus ancora presente, il fatto ha una gravità psicologica rilevante». Allo studio del Pirellone un nuovo provvedimento ancora più restrittivo del precedente, che consentiva le uscite con il cane e l’attività fisica entro i 200 metri dall’abitazione. Immediata invece la risposta del governatore siciliano Nello Musumeci, che ha subito firmato un provvedimento di divieto di passeggiate con i bambini. Non si è fatta attendere nemmeno la risposta del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca: «Sono ministri o dilettanti allo sbaraglio? Qui valgono i miei decreti». Amaro il commento del presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Antonio Decaro: «Dopo aver convinto tutti a stare a casa, persino i runner, una simile decisione rischia di essere interpretata come un allentamento. Così diventa più difficile convincere le persone a uscire se c’è davvero bisogno».