«Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena». Le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Corriere della Sera hanno trasmesso un leggero ottimismo agli italiani in attesa delle ferie e al settore turistico paralizzato dall’emergenza Covid-19. Sempre sul quotidiano di via Solferino, lunedì 11 maggio gli ha fatto eco il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: «Saranno vacanze diverse. Stiamo lavorando perché siano possibili al mare, in montagna, nelle città d’arte, nei borghi, ovunque». Seguendo le opportune norme sanitarie, precisa. Soprattutto sulle spiagge, i luoghi più a rischio sovraffollamento. Dopo le rassicurazioni, le località balneari attendono indicazioni precise, mentre le attività del settore attendono le misure di sostegno del tribolato decreto “rilancio”, a partire dal bonus vacanza per i cittadini.
«Scelgono le regioni» – Nella gestione del turismo nelle mete costiere verrà lasciato alle regioni un margine di manovra più ampio, previo confronto con il Comitato tecnico scientifico del governo. È quanto lascia intuire lo stesso Franceschini: «Vedremo prestissimo le loro indicazioni ma io penso che poi andrà lasciato spazio di scelta alle singole Regioni, perché le spiagge italiane sono profondamente diverse tra loro». Un’apertura moderata, soprattutto nei confronti dei governatori che in questi giorni spingono di più sull’acceleratore per le riaperture. E, in effetti, molti stabilimenti balneari hanno già cominciato a lavorare per la prossima stagione, pur senza linee guida definite. Novità importanti potrebbero arrivare dal tavolo Stato-regioni in programma per oggi.
L’accelerata della Liguria – In pole position per il via libera agli stabilimenti c’è la Liguria. Il governatore Giovanni Toti, sempre sul Corriere della Sera, annuncia l’avvio della stagione estiva dal 18 maggio e la sperimentazione in corso di «un braccialetto volontario da mare: se ti avvicini a meno di un metro vibra». Si tratta di un progetto dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova. Nelle ristrette spiagge liguri, per evitare assembramenti, potrebbero vedersi anche degli steward con compiti di «moral suasion».
Le linee guida dell’Emilia Romagna – Lo steward potrebbe comparire anche sulle più ampie spiagge della Romagna, in questo caso come punto di riferimento per il bagnante. La Regione guidata da Stefano Bonaccini, recepite le osservazioni degli operatori costieri, ha stilato a inizio maggio un protocollo per le spiagge già inviato al governo per l’ok. Il documento prevede mascherine per i bagnini, disinfezioni e pulizie quotidiane e sanificazioni “in funzione del rischio”. Prevista la possibilità di misurare la temperatura corporea di tutti i lavoratori prima di iniziare il turno. Capitolo gestione spazi: gli ingressi contingentati “fino a esaurimento dei posti ombrelloni e posti lettini” nel rispetto del distanziamento di 1,5 metri tra lettini; 10,5 metri quadri di superficie minima per ogni paletto; stabilimenti off-limits di notte. Le aree giochi per i bimbi saranno a numero chiuso. Via libera per gli sport individuali, proibiti quelli a coppie o in squadre. Infine, vietati balli e concerti, tranne quelli di “solo ascolto” da postazioni sedute.
Protocolli in arrivo – Nelle Marche, un’altra delle regioni costiere più colpite dall’emergenza Coronavirus, sembra scongiurata l’introduzione del check-in con i termoscanner e il registro dove si sarebbero dovuti raccogliere i dati dei clienti, soluzioni ipotizzate nei giorni scorsi. Il protocollo per le spiagge ricalca sostanzialmente quello della vicina Emilia Romagna. Anche in Veneto si cerca di definire delle linee guida. Unionmare Veneto, associazione che riunisce tutte le spiagge della regione, ha proposto un documento per riaprire in sicurezza, condiviso e sottoscritto da tutte le delegazioni. L’intesa contiene 18 punti: tra questi, isolamento tra operatori e clienti, servizi igienici presidiati e sanificati, pronto soccorso, cabine spogliatoio, raccolta rifiuti, divieto di stazionamento, posizionamento degli ombrelloni per il distanziamento sociale, prenotazioni on-line. Lavori in corso per la definizione di regole precise anche in Friuli, nel Lazio e in Sardegna.
Le altre Regioni – Nessuna linea guida in arrivo per le località marittime, almeno per ora, nelle altre regioni. In Toscana, i sindaci dei Comuni costieri, insieme all’Anci regionale, hanno elaborato e condiviso un documento inviato al presidente della Regione Enrico Rossi e a tutti gli assessori della sua giunta per avere chiarezza sull’imminente stagione. In Abruzzo, invece, l’assesore regionale al Turismo Mauro Febbo ha annunciato il lancio di una piattaforma digitale per la prenotazione del posto in spiaggia «che sarà gestita dalla Regione in collaborazione con i titolari degli stabilimenti», spiega Febbo. Una possibilità che sarà garantita anche sulle spiagge libere «che verranno attrezzate con ombrelloni, lettini e sdraio e per accedervi sarà necessario, appunto, prenotarsi in anticipo in modo da avere già assegnato il proprio spazio. Il costo, a prezzo calmierato sarà a carico della Regione che lo avrà preventivamente concordato con i balneari».
L’incognita spiagge libere – Proprio le spiagge libere potrebbero trasformarsi in una sorta di far west. La gestione di questi spazi, infatti, verrà delegata ai singoli Comuni che dovranno provvedere all’attività di sensibilizzazione dei bagnanti e ai controlli. Le proposte di app per la prenotazione è quella che va per la maggiore per contingentare gli ingressi in queste aree. Su alcuni litorali, però, rischiano di esserci difficoltà. Come in Lazio dove molte località temono di non riuscire a garantire i controlli a causa del ridotto numero di vigili urbani a disposizione. Per questo si fa strada l’ipotesi di affidare anche le spiagge libere agli stabilimenti che possiedono già delle concessioni. In altre zone d’Italia non mancano proposte curiose. Come quella di far accedere alla spiaggia in ordine alfabetico che arriva dal Comune di Modica, in Sicilia. Con le scuole chiuse, l’appello si sposta al mare.