Si allargano un altro po’ le maglie della rete di divieti imposta dall’emergenza Coronavirus. A breve, ha annunciato il governo, saranno pronte le linee guida per la riapertura di molte attività “ad alta aggregazione”: bar, ristoranti, spiagge, parrucchieri, centri estetici per la cura della persona. Il punto di partenza sono i documenti pubblicati dall’Inail (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) con la supervisione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) il 10 maggio. Non saranno regole ferree, tutto è passibile di modifica «in base all’evoluzione della dinamica epidemiologica» ha sottolineato l’Iss. La risposta delle Regioni non è univoca, c’è chi vuole riaprire senza il via libera, come il Veneto, e chi, come la Campania, aspetta le direttive. Motivo? Le misure di prevenzione e contenimento applicabili alle attività sembrano troppo limitanti e inadatte a far ripartire le piccole imprese stremate dalla lunga inattività.

Bar e ristoranti «La ristorazione ha un contesto di aggregazione medio-alto». E’ quanto si legge nel documento delle linee guida dell’Inail e del Iss. Per questo le distanze devono essere mantenute. Prima di tutto il titolare di un locale dovrà fare una stima delle persone che può accogliere. Infatti, lo spazio occupato da un cliente seduto è di circa 1,20 metri quadrati (mq), la distanza che dovrebbe essere tenuta all’interno del locale fra i tavoli deve essere di almeno 2 mq per consentire anche il passaggio (distanziato) del personale. Ciò implica che per ogni cliente dovranno essere calcolati almeno 4 mq. Le distanze potrebbero essere ridotte se il locale si attrezzasse con barriere di plexiglass, a patto che queste vengano sempre disinfettate e igienizzate dopo ogni cliente. La mascherina dovrà sempre essere utilizzata nelle attività che non implicano il consumo di cibo e bevande, i bagni dovranno essere sanificati spesso (e anche durante l’apertura dell’attività), gli oggetti a uso del consumatore (oliere, saliere, zuccheriere), se non del tipo usa-e-getta (meglio),  dovranno essere igienizzate a ogni turno. In cucina sempre mascherina e guanti in nitrile, regola che vale anche per il servizio al tavolo. Alla cassa parete di plexiglass o, se non fosse possibile, distanziamento, igienizzante accessibile e ovviamente, guanti e mascherina. L’uso dei contanti è sconsigliato perché potrebbero essere veicolo di contagio: i pagamenti “più sicuri” saranno quelli contactless con bancomat o carta di credito. Gli spifferi mentre si mangerà al ristorante saranno all’ordine del giorno: il personale dovrà garantire l’areazione del locale lasciando aperte porte e finestre.

SpiaggeL’Italia è il Paese con il maggior numero di acque di balneazione in Europa. Tradotto in cifre, ciò significa anche 50mila concessioni demaniali marittime, di cui 11mila per stabilimenti balneari. Solo Forte dei Marmi in Toscana, per esempio, registra il 90% di spiagge occupate dalle concessioni. Se il controllo delle spiagge attrezzate può essere monitorato attraverso la supervisione di “steward da spiaggia”, quello dei lidi liberi sembra essere più complesso. Il numero di affollamento (secondo studi internazionali riconosciuti da Inail e Iss) varia da 6 a 25 persone calcolato su circa 100mq di arenile. Il problema italiano sta nella varietà delle spiagge del Paese: sabbia, roccia, ghiaia e banchine.  Il calcolo di persona a mq in spiaggia varia così in base alla struttura geologica e alla conformazione della spiaggia stessa. I bagni attrezzati dovranno organizzare il flusso di bagnanti attraverso la prenotazione obbligatoria (con piattaforme pensate ad hoc o in formato contactless), entrate e uscite dovranno essere ben distinte e segnalate. In pratica, avventurarsi in spiaggia in maniera casuale sarà pressocché impossibile. Ogni cliente riceverà il numero della sua postazione solarium (lettino e ombrellone), per spostarsi da questa (magari per andare nella zona in ombra comune del bagno), dovrà seguire un dipendente dell’attività e seguire le sue direttive. La distanza minima tra file di ombrelloni sarà di 5 metri: impossibile, salvo per chi possiede un “superudito”, origliare i discorsi del vicino di ombrellone. Il layout degli stabilimenti cambierà con corridoi e “zone di transito” fino alla battigia, dove verranno indicate anche aree di balneazione a debita distanza. Addio a castelli di sabbia in compagnia. Almeno in questa prima fase, saranno vietate anche le feste e le attività ludico sportive. Non dovremo preoccuparci dell’abbronzatura con segno della mascherina, questa dovrà essere indossata fino all’arrivo al proprio spazio riservato e potrà poi essere tolta per prendere il sole. Per quanto riguarda le spiagge libere vedremo una scacchiera di nastri sulla spiaggia che dovrebbero indicare le distanze tra le aree disponibili. Volontari e personale adeguatamente formato saranno addetti a informare i bagnanti sulle distanze e i comportamenti da seguire. Per quanto riguarda bagnini o soccorritori, in caso di incidente in mare è sconsigliato avvicinarsi al viso della persona in difficoltà: si dovrà guardare il torace per verificarne la respirazione e prendere rapidamente contatto con le autorità sanitarie.

Parrucchieri ed estetistiTrattamenti esclusivi. Potremo intendere così l’esperienza di un taglio di capelli o di una ceretta in previsione dell’estate. Parrucchieri e centri estetici dovranno lavorare solo su prenotazione e garantire sempre le distanze di sicurezza. Per i lavandini del coiffeur servono almeno due metri di distanza tra ogni cliente e il lavaggio dei capelli dovrà anticipare qualsiasi altro trattamento. Chi non riusciva a ritagliarsi il tempo per una piega ora potrà andare dal parrucchiere anche la domenica e il lunedì, mentre gli amanti del trattamento viso (con vapore) si troverà davanti un’estetista con visiera in plexiglass e scafandro. Non sarà più possibile, per il momento, sfogliare riviste e giornali: tutto ciò che non è necessario al servizio sarà tolto dall’attività. Vietate saune o bagno turco. Una sola costante: la mascherina.

Le regioni – Il Nord è diviso sulle riaperture. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Liguria ed Emilia Romagna sono per la riapertura massiccia il 18 maggio. Via libera a bar, ristoranti, cura della persona. In particolare, il Veneto prevede anche l’apertura di palestre e centri sportivi mentre il Trentino Alto Adige dal 15 maggio riaprirà anche i negozi. Lombardia e Piemonte rimangono caute e aspettano il via libera dalle “pagelle del governo”, che dovrebbero stabilire a breve i criteri per ogni regione in base al loro numero di contagi. Al Centro è la Toscana a essere più prudente: «riaperture graduali e solo dopo attente valutazioni» ha sottolineato la Regione. Le Marche sono pronte a riaprire bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e spiagge mentre l’Umbria il 18 maggio prevede la riapertura di bar e ristoranti, mentre per le attività della cura alla persona si dovrà aspettare il 25 maggio. Nel Lazio ok alla ripartenza di bar, ristorazione, centri commerciali, barbieri e centri estetici. Spiagge accessibili ma solo per l’attività fisica, per fare il bagno si dovrà aspettare il primo di giugno. L’Abruzzo darà il via libera anche ad agriturismi, commercio al dettaglio e lavoratori artigiani. Al Sud invece ci sono altre differenze. In Campania per esempio, i sindaci hanno inviato un appello al governatore Vincenzo De Luca per cercare di limitare le troppe persone in strada. La Regione seguirà le direttive del governo. Idem Basilicata e Molise: si riapriranno bar e ristoranti solo se possibile garantire tutte le misure di sicurezza necessarie. La Puglia invece rimane “indipendente”: con o senza lasciapassare da Roma, Michele Emiliano riaprirà tutto tranne le spiagge. La Calabria, dopo la pre-apertura bocciata dal Tar, aprirà tutto dal 18 maggio, dalle pasticcerie agli agriturismi. La governatrice Jole Santelli, dopo aver incontrato il presidente del Consiglio, si è detta entusiasta dalla prospettiva di «una Calabria nuova». La Sicilia attende i protocolli di sicurezza ufficiali in attesa di riaprire bar, ristoranti e attività per la cura della persona ma preferisce rimanere “isolata” fino al 31 maggio. Situazione diversa per l’altra isola: la Sardegna da lunedì aprirà ai voli di collegamento verso Roma Fiumicino e Milano Linate «mentre il 15 giugno si conta di riaprire i voli nazionali in partenza da altri scali, ad esclusione di quelli in zone che fossero ancora a forte rischio» ha detto il governatore Christian Solinas. Per il 25 giugno si prevede già la riapertura dei voli internazionali.