Laboriosità e intelletto, queste le caratteristiche del ratto secondo l’oroscopo cinese. L’anno appena iniziato e dedicato al roditore, però, sembra lasciare margine per interpretazioni più occidentali: paura e malattia. L’inizio del nuovo ciclo lunare è ormai associato, infatti, con la diffusione del coronavirus 2019-nCoV. Oltre duemilasettecento contagi, quattrocento casi critici e ottanta morti, quasi tutti in Cina. Le notizie che piovono dall’ex Celeste Impero sono preoccupanti: rimandati di tre giorni i festeggiamenti per il capodanno (il periodo di maggiore spostamento all’interno del Paese), bloccati una sessantina di italiani tra le centinaia di stranieri in quarantena nella città di Wuhan – dal cui mercato ittico sembrava essere iniziato il contagio – e paralisi dei trasporti nella regione dello Hubei e non solo. Cattive notizie anche per il resto del mondo: le due settimane di incubazione del virus non mostrano sintomi e conservano piena trasmissibilità, per cui gli scan termici applicati in aeroporto serviranno a poco.

Reazioni in Cina – «L’epidemia accelera», parola del presidente cinese Xi Jinping, che controlla la situazione a Wuhan attraverso il premier Li Keqiang. A lui si è unito il ministro della Sanità Ma Xiaowei, che ha affermato che la capacità di diffusione del coronavirus sembra in continua crescita. Crescono in parallelo le indagini sul virus: il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha annunciato lavori in corso su un vaccino, mentre la costruzione di un nuovo ospedale nella città infetta è programmata per questa settimana (con previsioni che si spingono a una costruzione entro sei giorni). Le proteste dei cittadini in quarantena sulla gestione della crisi hanno comunque raggiunto i media occidentali: l’agenzia di stampa France Presse riporta critiche poco velate contro gli ufficiali assegnati agli edifici di contenimento, che non sembrano in grado di indossare correttamente le mascherine. Stanno giungendo in queste ore anche le prime ammissioni di colpa da parte delle autorità cinesi sul ritardo nella diffusione delle informazioni disponibili (vedasi il tweet della sindaca di Wuhan Xinqi Su).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha appurato che il primo caso di contagio da persona a persona si è verificato in Vietnam, e oggi 27 gennaio terrà un incontro d’emergenza a Pechino per concordare nuove strategie per fermare il contagio.

Secondo la ricostruzione delle prime fasi dell’epidemia fatta dalla rivista medica The Lancet (e ripresa da Science) un primo caso di infezione da 2019-nCoV sembrerebbe risalire al primo dicembre e la persona infettata non sarebbe stata al mercato ittico di Wuhan. La diffusione nel mercato sembrerebbe essere quindi successiva: dei primi 41 casi esaminati dal gruppo di ricerca cinese guidato da Chaolin Huang dell’ospedale Jin Yin-tan di Wuhan, 27 erano andati al mercato a partire dal 10 dicembre.

In Europa e nel mondo – Piani di evacuazione dalla Cina sono stati innescati per cittadini italiani, americani, giapponesi, francesi e russi, e sono ormai documentati primi contagi in Canada e Stati Uniti oltre ai casi registrati nel sud-est asiatico (Australia compresa). I possibili infetti segnalati in Italia sono «tutti negativi», ha comunicato ufficialmente il ministero della Salute, mentre «prosegue il monitoraggio costante dopo la riunione della task-force del ministero sul coronavirus (2019-nCoV)».
La paura non serpeggia solo in aeroporti e stazioni: le borse di tutto il mondo hanno registrato un crollo dopo la notizia relativa alla diffusione del virus cinese. Debole la Borsa di Milano (-0,71%) a fianco di quelle di Parigi, Madrid e Londra (che perde l’1,15% proprio nella settimana della firma di Johnson per la Brexit). Chiusi i mercati cinesi, così come quelli di Australia, Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Taiwan, ma un’occhiata all’indice dei futures sull’azionario cinese dà una prima idea del panico che attanaglia il Paese: -5%.

Intolleranza – In Italia, dopo la sospensione delle celebrazioni per il capodanno cinese a Roma e Milano (dove una folla si è comunque presentata in Via Paolo Sarpi lamentando un’atmosfera a loro dire paranoica), si sono svolte sgradevoli manifestazioni di panico e razzismo. Sabato 25 a Cesano Boscone (Mi), un giovanissimo calciatore della società Idrostar ha lasciato il campo in lacrime al grido di: «Tornatene nel tuo paese contagiato, spero che ti venga lo stesso virus che avete lì, cinese infetto». Gli insulti, provenienti dalla squadra avversaria (la milanese Ausonia), hanno spinto il 13enne a pubblicare una risposta sui social: «Nel 2020 c’è ancora chi insulta i cinesi e le persone di colore – ha scritto il giovane calciatore –. Dopo che mi hanno detto «spero che ti venga il virus come nei mercati del tuo Paese» non ce l’ho fatta e sono uscito dal campo. Chiedo scusa ai miei compagni». Atri episodi di intolleranza si sono registrati a Venezia, dove degli adolescenti hanno insultato e sputato addosso a una coppia di turisti cinesi, e a Torino, dove una famiglia cinese residente in Italia da anni si è sentita dire: «Allontaniamoci, che portano la Sars dalla Cina».