“Stanchi ma sollevati”. Questo il commento dei 56 passeggeri italiani che si trovavano a Wuhan, la regione focolaio del coronavirus in Cina. Sono atterrati il3 febbario, poco dopo le 10, a Roma, aeroporto militare di Pratica di Mare. Uno solo non è con loro, rimasto a terra a causa della febbre. Il CK 767 del quattordicesimo stormo dell’aeronautica militare era partito alle 22.55 di ieri sera: a bordo con gli italiani anche i sei dottori dell’equipe medica che si sono occupati dei controlli sanitari prima della partenza e il viceministro della Salute Pierpaolo Silieri. L’unica persona che non è potuta tornare in Italia non è affetta da coronavirus ma per protocollo del Ministero chi aveva sintomi influenzali non poteva salire sul volo diretto in Italia.

 

Le procedure – I connazionali effettueranno tutti i controlli medici del caso per accertare che non ci sia rischio di un contagio nell’area di biocontenimento allestita nelle tende militari dell’aeroporto. Chi dovesse manifestare i sintomi tipici del coronavirus (febbre, tosse, insufficienza renale) sarà portato direttamente all’Ospedale Spallanzani mentre gli altri, scortati da carabinieri e polizia, verranno portati al Campus Olimpico della Cecchignola dove resteranno in quarantena per quattordici giorni. “Per il momento stanno tutti bene, devono ancora terminare i controlli sanitari e avranno tutta l’assistenza necessaria ma per il momento non ci sono problemi” ha detto il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Stefano Verrecchia. Le due settimane di isolamento degli italiani saranno passate in stanze singole previste di bagno, disinfettanti e cartelli che ricordano di lavarsi spesso le mani. Se dopo tre giorni dall’arrivo a Cecchignola non ci saranno sintomi riconducibili al virus si potranno vedere i parenti ma per precauzione, l’incontro avverrà in una stanza con un vetro di separazione.

Polemica Internazionale – Mentre i mercati finanziari del globo tremano e in Cina scoppia la polemica interna per l’utilizzo delle mascherine messe a disposizione dei medici e invece utilizzate dalle autorità, Pechino accusa gli Stati Uniti di aver creato solo panico. Gli Usa hanno infatti imposto un bando di ingresso ai viaggiatori cinesi – decisione presa anche dall’Italia ma che poi si è ammorbidita con la riapertura delle tratte dei cargo e con l’attivazione del ponte aereo per riportare i turisti cinesi a casa. La Cina accusa gli Stati Uniti di “non aver provveduto ad alcuna assistenza sostanziale ma di aver creato panico ininterrottamente” ha detto la portavoce del ministero degli esteri, Hua Chunying. Il Global Times – giornale ufficiale del partito comunista cinese – accusa gli Stati Uniti di immoralità. Il giornale cinese infatti critica gli USA per essere stato il primo paese a imporre divieti di accesso a persone provenienti dalla Cina e di aver sottovalutato l’abilità cinese nello sconfiggere una crisi sanitaria pubblica. “Alcuni paesi non dovrebbero ferire i sentimenti delle persone cinesi mentre la Cina si trova in una temporanea difficoltà” riporta il giornale. In risposta all’allarme generato dagli Usa il quotidiano analizza anche i dati sul numero di persone colpite da influenza nell’ultimo anno negli Stati Uniti sottolineando come queste siano superiori rispetto a quelle colpite dal coronavirus.  Dall’altra parte il New York Times titola: “Il coronavirus di Wuhan sta crescendo come una pandemia, dicono gli esperti”.

Superata la Sars – Le vittime del virus sono salite a 361 superando le 349 colpite dalla Sars nel 2002-2003, lo ha annunciato la Commissione Sanitaria nazionale (Nhc). Al momento i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sindrome respiratoria acuta grave. I casi sospetti sono 21.558 me le guarigioni accelerano e aumentano anche le persone dimesse dagli ospedali: sono 475.