Visone nella gabbia di un allevamento – Google Creative Commons

Da anni al centro di battaglie animaliste, i visoni, gli animali da pelliccia per eccellenza, in questo scorcio di 2020 vengono sterminati a migliaia. Il motivo? Si stanno infettando con il virus Covid 19 e fanno temere un nuovo salto di specie dopo quelli tra pangolino, pipistrello e uomo che hanno dato origine all’epidemia mondiale.

La chiusura degli allevamenti – Gli ultimi animali a fare le spese della nuova paura sono quelli, risultati positivi, dell’allevamento francese Champrond-en-Gâtine situato a Eure-et-Loire. La Francia conta ben quattro allevamenti di cui, per ora, solo questo è stato chiuso con la soppressione dei mille animali che ospitava. Degli altri tre uno risulta privo di contagi, mentre i restanti due sono in corso di valutazione. Il deputato transalpino Loïc Dombreval ha dichiarato che gli animali sono stati abbattuti perché «c’era un rischio concreto di trasmissione all’uomo». Non essendo stati accertati casi di infezione tra la popolazione della zona, l’operazione è stata realizzata per semplice precauzione.

Il precedente danese – Il primo Paese europeo a dare il via alla mattanza dei visoni è stato però la Danimarca che, prima del 5 novembre, contava sul suo territorio circa 17 milioni di esemplari, poi tutti abbattuti per ordine della ministra di Stato Mette Frederiksen. Nonostante l’innegabile danno economico inflitto al principale produttore europeo di pellicce ha prevalso la tutela della salute pubblica. La chiusura della totalità degli allevamenti danesi è stata necessaria per arginare l’infezione che – come reso noto dal governo – ha colpito la metà della popolazione del nord del Paese.
Le decisioni di entrambi gli Stati europei si inseriscono in un programma che prevede la chiusura di tutti gli allevamenti di visoni entro il 2025. La pandemia non avrebbe fatto altro che accelerare un processo che sconta la crescente sensibilità in tema di rispetto degli animali. La Fondation Bardot ha individuato proprio nelle condizioni di promiscuità e scarsa igiene di molti allevamenti la principale causa della propagazione del virus tra i piccoli mammiferi. «Nel caso degli allevamenti, in questo caso di visoni, il virus ha trovato una situazione estremamente “fertile” perché esso ha bisogno di avere tantissimi ospiti tutti vicini, dove il distanziamento non c’è» ha dichiarato l’immunologo Sergio Abrignani al Corriere della sera. «Gli animali – ha proseguito – sono migliaia in una gabbia, sono accatastati e questi virus si replicano continuamente. Tanto più si replicano, tanto più possono generarsi mutazioni che possono diventare “vincenti” per il virus stesso e sfavorevoli per noi»

La ricerca – La ricerca pubblicata sulla rivista Science Advances e condotta negli Usa sotto la guida dell’italiana Elena Giorgi ha confermato che il Sars-CoV2 è un mix di geni ereditati dai coronavirus di pipistrello e pangolino. Analizzando le sequenze genetiche del virus è emerso che il suo parente più vicino è il coronavirus che infetta i pipistrelli, ma che ha acquisito la capacità di attaccare l’uomo grazie a un frammento di materiale genetico recepito dal coronavirus contratto dal pangolino. Grazie alla proteina spike, il virus riesce a legarsi alla “cellula ospite” umana, mutando e compiendo il cosiddetto salto di specie necessario per far ammalare l’uomo. Per lo stesso principio, anche i visoni rappresentano una minaccia non indifferente. Inoltre, secondo uno studio della Pennsylvania State University, la mutazione del Covid-19 potrebbe indebolire la capacità umana di sviluppare anticorpi, rendendo inefficace i vaccini sviluppati fino ad ora.

Speranza – Visto il panorama europeo poco rassicurante, il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto con un’ordinanza che prevede la sospensione dell’attività negli allevamenti italiani fino a febbraio 2021. Il ministero precisa che «si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio superiore di sanità» riguardo ai circa 60.000 esemplari presenti in Italia.