Dipendenti pubblici, imprenditori e politici: tutti facevano parte di una rete di appalti corrotti nel settore turistico soprattutto della Campania. A coordinare l’operazione, che ha portato a undici arresti, è stato il nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.
L’inchiesta è partita nell’aprile 2022. Dall’attività degli investigatori è emerso che gli indagati avrebbero manipolato i requisiti di gara per decidere chi si sarebbe aggiudicato la gestione del complesso turistico-alberghiero del Rione Terra di Pozzuoli. A trarne vantaggio sarebbe stato Salvatore Musella, imprenditore di Pozzuoli.

Il Rione Terra di Pozzuoli – Tra le persone raggiunte da misure cautelari spicca il nome di Nicola Oddati, all’epoca dei fatti membro della Direzione nazionale del Partito democratico e braccio destro di Nicola Zingaretti. Oggi Oddati è un dirigente della Regione Campania. Indagato anche Vincenzo Figliolia, ex sindaco dem di Pozzuoli, che avrebbe anticipato a Musella i requisiti del bando di gara in cambio di denaro e altri vantaggi. Per gli inquirenti, la rete di Musella era composta anche da altri tre collaboratori, da un dipendente del Comune di Pozzuoli, dal presidente protempore di Enit Giorgio Palmucci (membro della commissione che valutava le offerte per l’aggiudicazioni) e dal direttore esecutivo Enit dell’epoca, Giovanni Bastianelli.

Gli altri appalti – L’inchiesta, che riguarda appalti e corruzione, interessa anche la ristrutturazione di Palazzo Carducci a Taranto e del complesso scolastico B. Chimirri di Catanzaro. In questo caso, presunti intermediari sarebbero stati anche l’ex consigliere provinciale di Taranto Luciano Santoro e l’ex segretario provinciale Pd di Reggio Calabria Sebastiano Romeo.