Discutevano di riforme e sono finiti in manette. La Fifa è di nuovo nell’occhio del ciclone. Su ordine del Dipartimento di Giustizia americano, la polizia svizzera ha fatto irruzione, all’alba di giovedì 3 dicembre, nell’hotel Baur au Lac di Zurigo, lo stesso dove a maggio erano stati fermati sei dirigenti della Federazione. Risultato: una seconda ondata di arresti, più di una dozzina, tra funzionari ed ex funzionari del football internazionale, poche ore prima dell’inizio della seconda parte di un meeting organizzato per discutere su come riformare la Fifa.
Questa volta le accuse sono racket, riciclaggio di denaro e frodi, e sarebbero legate al calcio del Sud e del Centro America. L’operazione, come riporta il New York Times, non riguarderebbe il 79enne presidente – indiscusso dal 1998 – Sepp Blatter, ora sospeso e in attesa di nuove elezioni, previste per febbraio. Sono invece finiti in manette il paraguayano Juan Angel Napout – a capo della Confederazione Sudamericana del Calcio, la Conmebol – e l’hondureno Alfred Hawit, vertice della Concacaf, la confederazione regionale calcistica di Nord e Centro America. Entrambi sono anche vicepresidenti della Fifa e membri del comitato esecutivo.
«Abbiamo preso atto delle azioni condotte oggi dal Dipartimento di Giustizia americano», riporta un comunicato della federazione calcistica. «Continueremo a cooperare con le indagini degli Stati Uniti, secondo la legge svizzera». Non potrebbero fare altrimenti, essendo sotto costante pressione da maggio, quando da Oltreoceano è scoppiato lo scandalo che ha messo in ginocchio l’intero organigramma del Gruppo. Il Dipartimento di Giustizia americano aveva denunciato due decenni di corruzione tra i vertici, soprattutto in relazione ai mondiali di calcio. Dopo i primi arresti, aveva annunciato future accuse contro 18 persone di 12 nazionalità. Anche gli sponsor, in particolare quelli legati alla World Cup, hanno reagito. Adidas, McDonald e Coca Cola, tra gli altri, hanno firmato una lettera questa settimana chiedendo con urgenza di portare a termine le riforme necessarie per assicurare un controllo indipendente sui lavori dell’associazione.
Michela Rovelli