Novanta volontari saranno infettati con la Covid-19. Accadrà nel Regno Unito, dove il governo ha approvato uno studio clinico che selezionerà giovani tra i 18 e i 30 anni, in salute e senza anticorpi, a cui iniettare il virus per studiarne da vicino caratteristiche ed effetti sull’organismo. La sperimentazione inizierà a marzo e i volontari, selezionati tra centinaia di candidati, saranno esposti a quantità variabili di coronavirus e tenuti sotto osservazione per le settimane seguenti, circondati dalle precauzioni previste ad evitare contagi non programmati. «Lo studio accelererà non solamente la comprensione della malattia, ma ci aiuterà a sviluppare più velocemente farmaci e vaccini»: parola di Peter Openshaw, professore all’Imperial College di Londra coinvolto nell’esperimento.

Due fasi – La parte iniziale del test servirà a valutare quale sia mediamente la quantità minima di particelle virali per essere contagiati, in base al tempo di esposizione, poi si valuterà la risposta immunitaria e infine si cercherà di capire come il virus si trasmetta tra gli individui. Per l’esperimento non saranno utilizzate le varianti più recenti e pericolose, come quella inglese o sudafricana, ma versioni del virus già ampiamente circolate tra la popolazione. La fase due potrebbe però essere incentrata sulla sperimentazione dei vaccini contro le varianti, somministrando poi i nuovi virus ai volontari.

Il premier inglese Boris Johnson EPA/JESSICA TAYLOR

Ethical dilemma – L’idea dello studio, chiamato A human challenge trial ovvero “una sfida umana”, è datata 2020. Petizioni e iniziative sono state promosse per indurre il premier inglese Boris Johnson ad approvarlo. In passato più scienziati hanno infettato volontari per studiare il tifo o il colera, ma erano malattie di cui si conosceva già la cura. I vaccini da Covid-19 stanno cominciando a circolare solamente ora, non ci sono cure e siamo ancora lontani dall’immunità di gregge. Questo porta il governo e i suoi scienziati in un territorio etico quantomeno incerto. La scelta dei candidati, giovani e sani, sarà accurata e meticolosa, ma in quest’anno di pandemia ci sono stati gravi casi anche tra questi individui, senza contare le conseguenze a lungo termine dell’infezione, ancora sconosciute. Anche per questo la paga sarà profumata, pari a 4.500 sterline, quasi 5.200 euro. Soldi per risarcire i partecipanti che dovranno assentarsi dal lavoro e stare distanti dai familiari, senza voler però creare un incentivo economico a partecipare. I limiti di età rendono i risultati dello studio comunque limitati, in quanto sarà difficile applicarli a persone più anziane o con patologie pregresse, le cui risposte immunitarie sarebbero diverse – e più preziose – da quelle dei soggetti studiati.