Manifestazioni su tir e blocchi stradali. Anche un nuovo nome: “convogli della libertà”. È questa la nuova veste assunta dalle proteste contro le restrizioni anti Covid-19 all’estero, sulla scia del movimento dei camionisti canadesi nato lo scorso mese, dopo l’introduzione di una norma che permette loro l’attraversamento del confine con gli Stati Uniti solo se vaccinati. Mentre in Canada il primo ministro Justin Trudeau ha minacciato interventi, in Francia i “convois de la liberté” sono stati vietati dopo l’appello a «bloccare la capitale» nel fine settimana. Anche in Nuova Zelanda le proteste hanno attecchito: è stato sgomberato un presidio davanti al Parlamento, con oltre 50 arresti.
Il modello dei “Freedom convoy” – Il rumore dei clacson dei giganti della strada, insieme a quello di auto e camper, invade parte della capitale canadese, Ottawa, dal 29 gennaio 2022. Secondo le stime si tratterebbe di diverse migliaia di manifestanti, più circa 400 tir e altri veicoli. A essere bloccati sono incroci, strade, piazze. La protesta era cominciata nella parte occidentale del Canada, dopo la misura per i camionisti introdotta dal governo lo scorso 15 gennaio con la variante Omicron, per convergere poi a Ottawa. Il sindaco Jim Watson ha chiesto il 9 febbraio di inviare 1.800 agenti di polizia e un mediatore per porre fine all’assedio, dopo aver dichiarato lo stato di emergenza il giorno prima. Tra i disagi maggiori, un blocco di diverse ore dell’Ambassador Bridge, il ponte più trafficato tra Canada e Usa, liberato poi nella giornata del 9 febbraio. «È necessario che la mobilitazione si fermi», è intervenuto Trudeau dopo una settimana di isolamento per Covid, durante un dibattito alla Camera dei Comuni. «I canadesi sanno che l’unica via d’uscita è continuare ad ascoltare la scienza», ha detto il primo ministro promettendo che «il governo federale risponderà», senza però annunciare nuove misure.
Convois de véhicules à Paris : le préfet de Police prend un arrêté d’interdiction.
Consultez notre communiqué de presse ? pic.twitter.com/8Jq1r2SIYj— Préfecture de Police (@prefpolice) February 10, 2022
Il divieto in Francia – La Polizia di Parigi ha messo in atto un dispositivo «per impedire il blocco delle strade, verbalizzare e arrestare i trasgressori di questo divieto», come ha reso noto in un comunicato. La misura è stata decisa dopo la mobilitazione di decine di veicoli da Bayonne e Nizza verso Parigi per bloccare la capitale da venerdì 11 febbraio. Per quanto in Francia si parli di una revoca delle restrizioni già a partire da fine marzo, sul Paese pesa l’adozione del pass vaccinale – equivalente al super green pass italiano – votato dal Parlamento a metà gennaio. Era stato annunciato dal presidente Emmanuel Macron con la frase: «Voglio fare arrabbiare i no vax».
Il caso neozelandese – Anche Wellington è stata costretta a fare i conti con i “convogli della libertà” contro le restrizioni anti Covid, in questo caso con scontri tra no vax e polizia. L’intervento delle forze dell’ordine c’è stato dopo diversi tentativi di sciogliere in maniera pacifica – anche solo multando i presenti – un presidio di 150 persone, stanziato di fronte al Parlamento da martedì. Molti dei conducenti hanno abbandonato le proteste dopo la prima giornata, dove i manifestanti hanno fatto l’haka maori, la danza di guerra del Paese. Diversi attivisti si erano invece fermati sul prato davanti al Parlamento dicendo di voler rimanere «per tutto il tempo necessario».