Ci sono luoghi che per un territorio sono istituzioni. Non solo nel senso letterale del termine, ma perché appartengono al patrimonio delle esperienze di una comunità. L’ex convento di Sant’Agostino a Crema è considerato una “cittadella della cultura” da quasi sessant’anni, quando è stato fondato il Museo civico di Crema e del Cremasco con annessa biblioteca comunale. È amato da tutti e attira molti bambini, che partecipano a laboratori e visite guidate. E il fascino del luogo è evidente, così com’è sviluppato attorno a due chiostri. I cittadini lo raccontano con trasporto e affetto come uno spazio prediletto per gli incontri in città: la cultura è stata capace di avvicinare i cremaschi per generazioni, dalla passione per i libri ai primi amori di gioventù. Infatti, è la sede di molte associazioni culturali che organizzano incontri nella sala Fra’ Agostino.

La collezione di macchine da scrivere della Olivetti nei locali dell’ex biblioteca

Il trasferimento della biblioteca a palazzo Benzoni nel 2003, però, ha lasciato un’ala del convento priva di destinazione. Attualmente ospita al primo piano la collezione di macchine da scrivere del Museo civico, lascito della Olivetti un tempo attiva sul territorio (la collezione sarà trasferita nei locali dell’ex fabbrica). Funge anche da sistemazione temporanea per gli uffici del centro culturale. Il Comune ha quindi avviato un percorso per ripensare l’uso di questo spazio, tornare a valorizzarlo e metterlo così a disposizione della cittadinanza.

Il progetto ha ricevuto il finanziamento della fondazione Cariplo nel 2017 ed è stato avviato ufficialmente nel 2018. È stata coinvolta l’esperta di progettazione partecipata Elisabetta Nava, che organizzerà dei tavoli di lavoro. L’idea alla base è di prevedere dei momenti di dialogo con la cittadinanza per trasmettere chiaramente la natura partecipata del progetto, che non vuole essere calato dall’alto. Alle riunioni decisionali saranno chiamati anche i giovani attivi della città, che interverranno in workshop, convegni aperti, laboratori.

La prima data significativa è quella dell’8 giugno, giorno in cui saranno aperti simultaneamente il sito internet e i profili social del progetto. L’idea iniziale di sviluppare uno spazio di co-working è stata accantonata, perché da un’indagine che era stata commissionata il modello non è risultato particolarmente adatto per il territorio provinciale.

Ma quali sono gli obiettivi dell’iniziativa? Li spiega l’assessora alla cultura Emanuela Nichetti: «La chiave è restituire alla comunità quelli che un tempo erano i luoghi più vivi. Vogliamo portare i giovani a interagire con un ambiente sempre più digitale, creando uno scambio tra loro e gli anziani, che metteranno in campo le loro competenze artigianali. La lavorazione della ceramica è un esempio di tradizione del posto che possiamo trasmettere ai giovani. Il Comune ha in mente di avviare anche un laboratorio di progettazione grafica, ma non è detto che si farà: le organizzazioni partner porteranno i loro contributi alle tavole rotonde e decideremo tutti insieme quali sviluppare e quali accantonare».

Una veduta dei locali ristrutturati

La cosa certa è che nell’ala del convento ci sarà un fab lab, un’officina aperta alla comunità dove le attività saranno definite collettivamente, coordinando il lavoro dei partner, delle associazioni presenti sul territorio e dei cittadini. Quelli coinvolti nelle iniziative avranno le chiavi dello spazio fab lab e potranno organizzare dei laboratori. Tutto ciò che verrà installato avrà le ruote, in modo tale che si possa spostare a seconda delle esigenze. In questo modo, il fab lab sarà polifunzionale. La porta verrà tenuta per separare il piano in due ambienti e svolgere due attività contemporaneamente.

Le associazioni partner che collaborano con il Comune provengono da realtà variegate, così da garantire un approccio inclusivo. Rinascimenti è formata da giovani che nei loro incontri si occupano anche di temi politici. Auser si rivolge agli anziani e alle persone diversamente abili. Scacco matto aiuta le persone in situazione di fragilità. Franco Agostino teatro festival educa i bambini attraverso le pratiche teatrali. Infine, la Società storica cremasca è l’associazione decana, alla base del centro culturale cittadino. Alle attività potranno poi aggiungersi le altre realtà associative presenti sul territorio.

La metà degli ambienti è già stata ristrutturata e dev’essere arredata. Il resto dei locali sarà svuotato nel mese di luglio e l’area d’intervento sarà oggetto di cantiere a partire da settembre. Al termine dei lavori gli uffici dell’assessorato alla cultura, oggi ospitati nel sottoscala del Museo civico, troveranno sistemazione nello spazio ristrutturato.