«Nelle ong non sono tutti filantropi», ha ribadito Carmelo Zuccaro mercoledì 3 maggio, in Senato. Il Procuratore di Catania ha spiegato che i dati dell’indagine sui presunti rapporti tra organizzazioni umanitarie e scafisti vengono da Frontex e non dai servizi segreti, come si era ipotizzato all’inizio. Dopo giorni di polemiche, sulla questione si è espresso il Consiglio superiore della magistratura, che assicura «ogni sostegno possibile al procuratore di Catania».

Non ci saranno quindi sanzioni per Zuccaro, che nei prossimi giorni potrebbe essere convocato dall’organismo di controllo della magistratura, per chiarire le sue parole. Il Comitato di presidenza ha anche disposto che vengano definite con urgenza delle regole sul dovere di riserbo dei magistrati, a fronte del «frequente ripetersi di esternazioni dei magistrati» che creano «sconcerto» nell’opinione pubblica. Nei giorni scorsi il Presidente del Senato, Pietro Grasso aveva criticato il procuratore,dicendo: «Bisogna parlare delle indagini quando sono concluse non quando sono in corso. Mi pare un po’ fuori dall’ordinamento che un magistrato, un procuratore, si possa pronunciare ancora prima che si facciano le indagini».

Le parole di Zuccaro – Nel suo intervento davanti alla commissione Difesa, Zuccaro ha chiesto di essere messo nelle condizioni di poter indagare sulle organizzazioni criminali libiche che fanno traffico di migranti.«Uno strumento interessante per acquisire informazioni potrebbe essere fornito dalle intercettazioni delle comunicazioni satellitari. Dall’esame del traffico telefonico dei natanti in mare», ha detto, «potrebbero emergere alcuni collegamenti importanti e altri dati utili per l’individuazione dei trafficanti».Il procuratore ha poi precisato che i presunti legami tra ong e trafficanti emergerebbero anche dal web: «Su internet vengono messi in rete quelli che sono i dati sulla posizione in cui si trovano le ong. Quindi chiunque vi possa attingere lo fa, senz’altro».

L’accusa-  «Alcune ong sono finanziate dagli scafisti», aveva dichiarato il procuratore ai microfoni della trasmissione di Rai Tre Agorà. Un sospetto nato dalle ingenti spese sostenute dalle ong per affittare le navi, che, secondo Zuccaro, non sarebbero sostenibili con i soli contributi volontari. Sulla base di un rapporto riservato di Frontex, l’agenzia europea che si occupa della gestione delle frontiere, la procura di Catania ha aperto un’indagine conoscitiva su otto navi che prestano soccorso nel canale di Sicilia: le olandesi Sea Watch e Sea Eye di SeaWatch.org, Iuventa di Jugendrettet.org, Aquarius di Sos Mediterraneo di Gibilterra, Minden di Lifeboat Project tedesca,Golfo Azzurro di Open Arms da Panama, Phoenix di Moas con bandiera del Belize e Prudence di Medici Senza Frontiere con bandiera italiana. Gli analisti di Frontex, come rivela il Corriere, hanno studiato le rotte le modalità di avvicinamento alle acque libiche, nel periodo che va dal 13 al 27 marzo. Secondo quanto emerge dal rapporto, prima e durante le operazioni di salvataggio, avvenute in quell’arco di tempo, alcune ong avrebbero spento i trasponder per parecchio tempo.