Ventiquattro ore di incertezza sugli attacchi hacker che hanno colpito diversi Paesi occidentali. Arriva la conferma che anche l’Italia è stata tra questi. «Non sono emerse evidenze che riconducano ad aggressione da parte di un soggetto statale o assimilabile a uno Stato ostile. È invece probabile l’azione di criminali informatici, che richiedono il pagamento di un riscatto», fa sapere Palazzo Chigi in una nota. Secondo Repubblica, sarebbero 19 i server italiani finiti sotto attacco, tutti di piccole e medie società. Il governo ha rassicurato: «Nessuna Istituzione o azienda primaria che opera in settori critici per la sicurezza nazionale è stata colpita».

Vertice a Palazzo Chigi – Dopo l’allarme di cyberattacchi, il governo ha convocato un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn) Roberto Baldoni e la direttrice del Dipartimento per Informazione e Sicurezza (Dis) Elisabetta Belloni. «Raccomandiamo a tutte le realtà coinvolte le misure di prevenzione possibili», riporta la nota di Palazzo Chigi, spiegando che l’Acn aveva allertato tutti i soggetti sensibili da febbraio 2021. «Taluni hanno tenuto in debita considerazione l’avvertimento, altri no e purtroppo oggi ne pagano le conseguenze».

Dalla Francia all’Italia – L’attacco hacker “ransomware” è stato rivolto contro migliaia di server Vmware in tutto il mondo. Colpite Francia, Stati Uniti, Canada, Finlandia e altri Paesi occidentali. La prima nazione colpita è stata la Francia il 3 febbraio. Poi a catena gli altri. Alle 2 di notte del 5 febbraio l’Acn si è accorta della vulnerabilità di tutti i sistemi nazionali. È così stato diramato l’invito per l’aggiornamento dei server ESXi della società americana Vmware. A colpire sono stati i ransomware, software con intento criminale che ricattano (ransom vuol dire proprio ricattare in inglese) per estorcere denaro. I file sono stati criptati e sono risultati decriptabili solo dietro pagamento in bitcoin. «Pagate entro tre giorni o diffonderemo i dati e alzeremo il prezzo», recitavano gli avvisi degli hacker. Domenica è anche avvenuto un down di alcune ore della rete Tim ma per l’azienda e la Polizia Postale la causa non è dovuta all’attacco hacker.

Criminali informatici – Quattro giorni fa era stata diramata su alcuni social network in Russia una lista di potenziali obiettivi di hackeraggio. In particolare ospedali statunitensi ed europei. Proprio per questo, come riporta La Stampa, Federico Mollicone di Fdi collega l’attacco hacker a questa lista: «Se guardiamo a chi sono gli obiettivi, tutti paesi della Nato e dell’Ue, mi sembra chiaro il “cui prodest” (a chi giova, ndr)». La nota di Palazzo Chigi ha però escluso questa ipotesi attribuendo la responsabilità a dei criminali informatici: ancora non è nota la loro identità e nazionalità.