Un’ondata di attacchi informatici ha investito diversi siti italiani legati a infrastrutture strategiche la mattina del 17 febbraio. Il responsabile è il gruppo filorusso NoName057 che ha lanciato alcune operazioni DDoS (Distributed Denial of Service, bombardamento di richieste dio accesso per bloccare i siti)) contro portali di aeroporti, trasporti e servizi finanziari. A essere colpiti, tra gli altri, gli scali di Linate e Malpensa, l’Autorità dei trasporti, i porti di Taranto e Trieste e la banca Intesa San Paolo.

La rivendicazione – L’azione, rivendicata dagli hacker come una ritorsione contro il presidente Sergio Mattarella, fa riferimento al suo discorso pronunciato a Marsiglia, in cu il presidente della Repubblica italiana aveva accostato la Russia al Terzo Reich. Nella rivendicazione, il capo dello Stato è stato definito “russofobo”, riprendendo le critiche mosse nei giorni scorsi dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Critiche ribadite anche oggi, 17 febbraio, dalla stessa Zakharova, che ha sottolinea come le parole di Mattarella «non resteranno senza conseguenze».
L’attacco non ha prodotto impatti concreti sui servizi erogati. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha immediatamente attivato misure di supporto e mitigazione, avvisando le autorità e i soggetti coinvolti. Anche Intesa San Paolo, uno dei bersagli dell’attacco, ha confermato che i suoi sistemi sono operativi, pur restando sotto monitoraggio.