Alberto Stasi e Chiara Poggi

Alberto Stasi e Chiara Poggi

Dopo una doppia vittoria, la sconfitta. Alberto Stasi, accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, dopo essere stato assolto in primo grado e in appello, è stato condannato a 16 anni di reclusione dalla prima Corte di Assise d’appello di Milano. La Corte di Cassazione, infatti, aveva cancellato la sentenza di assoluzione del 2013 e aveva disposto un appello “bis”, ora concluso con la sentenza del 17 dicembre.

La richiesta dei 30 anni di carcere avanzata dal sostituto procuratore generale Laura Barbaini è stata sostanzialmente dimezzata, ma l’ex studente bocconiano dovrà risarcire la famiglia Poggi con un milione di euro. L’aggravante contestata a Stasi, quella della crudeltà, è stata esclusa dal calcolo della pena e il periodo di carcerazione è stato ridotto di un terzo, come previsto dal rito abbreviato. Per sapere qualcosa di più preciso, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni. Alberto Stasi ora dovrà attendere il giudizio della Cassazione, prevista per il 2015. A sette anni da quel 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi fu uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco.

Ma sono passati sette anni anche da quel novembre in cui venne uccisa Meredith Kercher a Perugia. Anche il processo a carico di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, accusati dell’omicidio della studentessa inglese insieme a Rudy Guede (già in carcere e condannato a 16 anni di reclusione), è passato per assoluzioni, condanne e processi bis. Raffaele e Amanda furono condannati in primo grado e assolti in secondo, ma la Cassazione annullò la seconda sentenza e fece ripetere l’appello. I due furono condannati rispettivamente a 25 e 28 anni e mezzo di carcere. Il 25 marzo del 2015 la Cassazione si pronuncerà per la sentenza definitiva anche se, intanto, Amanda è tornata a Seattle e le possibilità che sconti la sua pena sarebbero comunque minime.

Il 10 febbraio 2015 è attesa anche la decisione della Cassazione per quanto riguarda il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, uccisa il 18 aprile 2011 a Ripe di Civitella in provincia di Teramo. Parolisi è stato condannato in primo grado all’ergastolo e in appello a 30 anni di carcere. L’uomo si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, ma le indagini hanno sempre puntato su di lui ed è poco probabile che la Cassazione ribalti le due sentenze precedenti.

Federica Scutari