L’incidente sulla funivia di Stresa-Mottarone, nel Verbano, non è un caso isolato. Lunga è infatti la serie di precedenti dal 1960 a oggi in tutto il mondo. Il più grave quello avvenuto in Austria nel 2000, in cui un incendio divampato su un trenino funicolare provocò la morte di 155 persone. L’Italia invece ricorda in particolare le tragedie del Cermis, in Trentino: quella del 9 marzo 1976, il più terribile disastro avvenuto su una funivia italiana (42 vittime), e quella del febbraio 1998, quando un aereo militare statunitense tranciò i cavi dell’impianto provocando la morte di 20 persone.
Monte Faito (Napoli): era Ferragosto del 1960 quando la funivia del Faito, che collega l’omonimo monte con la città di Castellammare di Stabia, si sganciò dai fili di trazione schiantandosi sui binari della ferrovia sottostante. L’incidente provocò la morte di 4 persone.
Monte Bianco: il 29 agosto del 1961 un cacciabombardiere francese, in volo sopra il Monte Bianco, tranciò il cavo portante della funivia bifune tra Punta Helbronner e l’Aiguille du Midi. Tre cabine precipitano portandosi dietro 6 persone che persero la vita sul colpo. Il resto dei passeggeri passò la notte sospesi nel vuoto prima di essere salvati. A soli 5 anni dall’incidente, il 10 luglio 1966, sullo stesso impianto si staccarono 3 cabine a causa dell’accavallamento delle funi portante e traente. Il bilancio fu di un morto e 13 feriti.
Cermis (Trentino): quello del 1976 fu il più grave disastro avvenuto su una funivia italiana. La fune portante di acciaio dell’infrastruttura si ruppe e nella caduta il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina schiacciandola. Quarantadue persone persero la vita, tra cui 15 bambini tra i 7 e i 15 anni. A bordo erano presenti 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese. L’unica sopravvissuta alla tragedia fu una ragazza milanese di 14 anni. Sullo stesso collegamento, nel 1988, un aereo militare statunitense, volando a una quota inferiore a quella concessa e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia facendo precipitare una cabina e provocando la morte dei 20 passeggeri.
Betten-Bettmeralp (Svizzera): il 13 luglio 1972 la cabina di una teleferica precipitò a Betten-Bettmeralp, nelle Alpi svizzere, causando la morte di 13 persone.
Champoluc (Valle d’Aosta): il 13 febbraio 1983, a Champoluc (Valle d’Aosta), precipitano tre cabine dell’ovovia che porta al Crest. L’incidente causò 11 vittime.
Tbilisi (Georgia): 1 giugno 1990, due cabine della teleferica di Tbilisi, precipitarono a causa della rottura di un cavo. Quindici persone persero la vita.
Bakhtela (Pakistan): furono 13 i morti dell’incidente avvenuto in Pakistan il 5 giugno 1993, quando una cabina di una funivia precipitò a causa della rottura di un cavo d’acciaio
Pic de Bure (Francia): 1 luglio 1999, una cabina della teleferica del Pic de Bure, in Francia, precipitò e provocando la morte di 20 persone.
Kitzsteinhorn (Austria): con 155 vittime, quello avvenuto sul ghiacciaio del Kitzsteinhorn fu l’incidente più grave degli ultimi 40 anni, per numero di morti, in una funicolare. Era l’11 novembre 2000, quando divampò un incendio, a causa di un malfunzionamento che ne aveva provocato il surriscaldamento, su un trenino funicolare che saliva attraverso una galleria dal paese turistico di Kaprun fino alle vette del monte. Solo 12 passeggeri, situati nella parte terminale del treno, riuscirono a salvarsi rompendo i vetri dei finestrini. Tutti gli altri morirono soffocati.
Oetztal, in Austria: il 5 settembre 2005 una grossa trave di cemento trasportata da un elicottero precipitò su una cabina della funivia sul ghiacciaio tirolese della Oetztal, in Austria. Nell’incidente morirono 9 persone.
Monte Bianco: l’8 settembre 2016, un guasto bloccò in quota la funivia Panoramic Mont-Blanc, che collega l’Aiguille du Midi alla Punta Helbronner, versante italiano del Monte Bianco. Tutte salvate le oltre 100 persone coinvolte.
Cervinia: un’operazione durata oltre 7 ore. Così i 153 sciatori furono salvati dalla Plan Maison-Cime bianche laghi dopo che, il 24 dicembre 2016, il maltempo fece accavallare le funi della telecabina bloccandola in quota.