Due delitti in famiglia in meno di 24 ore. Il primo nella notte tra il 23 e il 24 aprile ad Avellino, il secondo poco dopo le 17 di sabato a Reggio Emilia. In entrambi i casi si tratta di parricidi: Aldo Gioia è stato ucciso dal fidanzato della figlia, Giovanni L., perché si opponeva alla relazione tra i due giovani, mentre Marco Eletti avrebbe colpito a morte il padre Paolo con un martello dopo ad una lite per soldi.
Avellino – Il quadro della vicenda avvenuta in Campania sarebbe già abbastanza chiaro. Giovanni L. ha reso
piena confessione alla squadra mobile. Secondo la ricostruzione il giovane avrebbe fatto irruzione in casa Gioia intorno alle 22:30 del 23 aprile, grazie anche all’aiuto della fidanzata Elena, che avrebbe lasciato la porta aperta per consentire l’agguato. Il 23enne ha colpito Aldo Gioia con sette coltellate, per poi scappare e tornare a casa sua a Cervinara, dove vive con i genitori e il fratello. Il piano iniziale prevedeva anche l’uccisione della madre, Liana Ferraiolo, e della sorella della ragazza, ma le urla dell’uomo avrebbero messo in allarme le due donne evitando così la strage. La relazione tra i due giovani non era ben vista dalla famiglia di lei, in particolare da Aldo Gioia, preoccupato per il carattere, l’abuso di droghe e il passato violento di Giovanni, che solo poche settimane fa aveva minacciato di morte il suo stesso padre in seguito ad un litigio. Previsto per il 26 aprile l’interrogatorio di garanzia. I due ragazzi dovranno rispondere di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione contro un familiare. Entrambi rischiano l’ergastolo. Al quotidiano La Repubblica, Liana Ferraiolo ha dichiarato: «Nonostante tutto, ora non posso abbandonare Elena».
Reggio Emilia – Paolo Eletti, 58 anni, è stato trovato morto nel pomeriggio di sabato 24 aprile con il cranio sfondato a colpi di martello. Il presunto colpevole sarebbe il figlio Marco, 33 anni, accusato anche di aver aggredito la madre Sabrina Guidetti con un coltello, trovata in stato di incoscienza coi polsi tagliati. La donna è ricoverata all’ospedale di Reggio Emilia in condizioni gravi. Il movente dietro l’agguato sarebbe di carattere economico. L’ipotesi è che la discussione sia nata a causa di una disputa per l’utilizzo della casa dei nonni paterni. Marco non viveva coi genitori ormai da tempo, ma andava spesso a far loro visita nella casa di San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia. Il primo a dare l’allarme è stato proprio Marco. In una chiamata in stato di choc alle forze dell’ordine, avrebbe raccontato di un principio d’incendio nella casa dei genitori. Il 33enne per ora ha negato ogni accusa. Impiegato in un’azienda a Rubiera, ha scritto anche alcuni romanzi gialli. «È come se avesse tratteggiato la trama di uno dei suoi libri, ma ha sbagliato molte cose», hanno dichiarato gli inquirenti. Secondo la ricostruzione di Marco, la madre avrebbe ucciso il padre, tentando poi di togliersi la vita. Lui, arrivato a casa dei genitori per un saluto, si sarebbe trovato di fronte alla scena. Oltre alle forze dell’ordine, sul luogo sono arrivati anche i Vigili del fuoco, intervenuti per un incendio nel garage dell’abitazione. Secondo gli inquirenti però, le fiamme sarebbero state appiccate proprio da Marco nel tentativo di nascondere il fatto.