Trent’anni fa uccise la giovane skipper Annarita Curina e fu condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana. Oggi, dopo lunghe fughe e due tentativi di evasione, Fillppo De Cristofaro, 62 anni, passato alla storia come «il killer del catamarano», è stato legalmente scarcerato a Lisbona ed è scomparso senza lasciare traccia. Lo scorso maggio era stato trovato e arrestato in Portogallo dalla Squadra Mobile di Ancona. Ma l’autorità giudiziaria portoghese non ha mai concesso l’estradizione.

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L’omicidio: Il 10 giugno 1988, Filippo De Cristofaro, assieme all’amante diciassettenne olandese Diana Beyer, aveva affittato il catamarano “Arx” con l’intento di rubarlo per raggiungere la Polinesia. Arrivati al largo, uccisero la skipper 34enne Annarita Curina a colpi di machete dopo averla stordita con del Valium, per poi legare il cadavere a un’ancora e gettarlo in mare. Il corpo della donna venne trovato al largo di Senigallia da un peschereccio 18 giorni dopo.

La condanna e le evasioni: Il 17 dicembre 1988, Diana Beyer fu condannata a sei anni e sei mesi dal Tribunale dei minori. La storia di Filippo, invece, è un po’ più complicata: condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere nel 1991, fu rinchiuso nel carcere di Opera, a Milano, da cui riuscì a evadere nel luglio 2007 durante un permesso premio. Un mese dopo, a seguito delle indagini della polizia di Ancona, fu catturato dalle autorità olandesi a Utrecht e condotto ad Amsterdam da cui, a novembre, fu estradato e portato al carcere di Rebibbia.catamarano Il 21 aprile 2014, la sua seconda evasione, da Porto Azzurro, sull’isola d’Elba, sempre in occasione di un permesso premio. Le successive ricerche del latitante si conclusero solo lo scorso maggio, quando la polizia, dopo aver seguito per mesi i suoi spostamenti, lo aveva fermato mentre prendeva un treno per Lisbona. L’uomo portava con sé documenti falsi a nome di Andrea Bertone.

La richiesta di estradizione e il silenzio: La magistratura di Lisbona aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare per possesso di documenti falsi, sebbene le autorità locali fossero a conoscenza del fatto che su Filippo De Cristofaro pende un Mandato di Arresto Europeo (Mae) dal 2015. Subito dopo l’arresto, il Tribunale di Lisbona aveva richiesto a Roma chiarimenti sull’ergastolo, poiché in Portogallo la reclusione a vita non è prevista, e questo avrebbe potuto compromettere l’estradizione, ovvero la consegna del detenuto all’autorità giudiziaria italiana in modo da fargli scontare la pena in un carcere italiano. La replica del pm Andrea Fraioli, in cui riferiva che in Italia non è comunque possibile superare i trent’anni di reclusione, era rimasta senza seguito. Nonostante il Mae, nonostante la condanna per omicidio, nonostante le due evasioni e i diversi anni di latitanza, dal Portogallo la risposta alla richiesta di estradizione è stata solo un lungo silenzio. L’unica pena che andava scontata era quella per possesso di documenti falsi. E quindi, qualche settimana fa, la notizia: il killer del catamarano è stato scarcerato il 15 ottobre 2016, e, ancora una volta, è scomparso.

L’ex pm milanese Ferdinando Pomarici, ora in pensione, ha commentato:  «La responsabilità è delle autorità portoghesi, si parla tanto della giustizia italiana ma se l’avessimo fatta noi una cosa del genere ci avrebbero massacrato. Con tutta la fatica che abbiamo fatto per prenderlo, ora chi lo dice ai familiari della vittima?»