Quarantuno migranti eritrei che erano sulla nave Diciotti si sono rivolti al tribunale civile di Roma. Hanno chiesto tramite uno studio legale un risarcimento tra i 42mila e i 71mila euro per essere stati costretti a rimanere a bordo per diversi giorni. Secondo il ministero dell’Interno tra di loro ci sarebbe anche un minore. Immediata la reazione di Matteo Salvini. «Permettetemi di rispondere con una grassa risata, tutti nati il primo gennaio, tutti scomparsi», ha dichiarato il ministro dell’Interno che ha aggiunto: «Risarcimento? Al massimo gli mandiamo un bacio perugina».

La vicenda – A metà agosto del 2018 la nave della Guardia costiera Diciotti aveva accolto a bordo 177 migranti in difficoltà su un barcone a largo di Lampedusa, in acque maltesi. Dopo il soccorso la nave era rimasta 5 giorni nei pressi dell’isola, mentre il Governo italiano trattava con Malta e l’Unione europea per decidere il luogo dello sbarco e discutere sulla distribuzione dei migranti. Il rimorchiatore è rimasto fermo per giorni davanti al porto di Catania senza che nessuno potesse scendere. Dopo numerose proteste di associazioni umanitarie, il pm di Agrigento Luigi Patronaggio è salito a bordo per un’ispezione. Il 22 agosto, dopo la verifica delle condizioni dei passeggeri e l’appello di alcune associazioni umanitarie, è arrivato finalmente il via libera di Salvini allo sbarco di 27 minori non accompagnati. Gli altri migranti sono stati autorizzati a sbarcare la notte del 27 agosto. Dei 100 ospitati dall’Italia almeno 70 hanno fatto perdere le loro tracce dopo aver raggiunto i centri d’accoglienza.

La Procura di Agrigento ha subito aperto un fascicolo sul ministro dell’Interno, accusato di sequestro di persona aggravato. Il reato, contestato come ministeriale, è passato poi al Tribunale dei ministri di Catania prima di rimettersi al verdetto della giunta per le Immunità del Senato. Prima della votazione Il M5s aveva già deciso con un voto sulla piattaforma Rousseau l’orientamento dei membri pentastellati della giunta. La consultazione online aveva decretato il no al processo di Salvini, determinando così anche il voto in parlamento dove l’autorizzazione a procedere è stata negata. Il verdetto ha scatenato le polemiche di alcuni dissidenti 5s e di alcuni esponenti dem, indignati dal gesto delle manette mimato dal senatore grillino Michele Giarrusso in relazione agli arresti dei genitori di Matteo Renzi. Archiviata anche l’inchiesta su gli altri membri del governo dopo la dichiarazione di corresponsabilità sul caso della Diciotti, firmata dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli.