«Facci entrare, siamo amici di papà». Due rapinatori alla porta di casa e un bambino indifeso, solo in casa, picchiato con una mazza da baseball. È accaduto nella mattina di lunedì 22 maggio a Bagnolo Po, centro di poco più di mille abitanti in provincia di Rovigo. Per salvarsi il piccolo, 10 anni, si sarebbe finto svenuto mentre i malviventi mettevano a soqquadro l’appartamento. Il bottino, magrissimo, sarebbe di 40 euro. E, secondo quanto riporta l’edizione locale del Resto del Carlino, una delle prime ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è quella del regolamento di conti

I fatti – Gli accertamenti dei carabinieri forniscono una prima ricostruzione cronologica della vicenda. Sono le 7.50 di lunedì quando il papà del bambino, un 38enne artigiano presso una ditta del posto, esce di casa per recarsi al lavoro in bici. La mamma, infermiera, sta invece terminando il proprio turno di notte all’ospedale San Luca di Trecenta, a poca distanza da casa. Il bambino è quindi da solo e attende l’arrivo dello scuolabus, previsto per le 8.15. Ma, intorno, alle 8, qualcuno suona al campanello. Una voce chiede di aprire, perché «siamo amici di papà». Il piccolo apre, si trova davanti due uomini incappucciati. Prova a chiudere la porta ma non fa in tempo. I due lo sbattono a terra e lo colpiscono con una mazza da baseball, lui si finge svenuto evitando il peggio. Nel frattempo i due banditi frugano ovunque. Trovano il portafoglio del padre. Dentro ci sono solo 40 euro. Li prendono e se ne vanno. Il bambino chiama allora la mamma e chiede aiuto. Arrivano ambulanza e carabinieri, avvertiti dal papà che lascia in tutta fretta il lavoro e si precipita a casa. Il piccolo, colpito sul fianco destro, è stato portato all’ospedale di Rovigo per accertamenti e sta bene: nessun ematoma o segno evidente di percosse.

Le indagini – Nessuna traccia dei due rapinatori, gli inquirenti starebbero lavorando sulla pista del regolamento di conti. Secondo il padre del bambino la rapina potrebbe essere collegata a un episodio avvenuto tre mesi fa, quando i carabinieri perquisirono la casa e ritrovarono un cellulare che risultava essere stato rubato a Ferrara durante una rapina. A quel punto, lui e la moglie avrebbero dato indicazioni sulla persona che aveva ceduto loro il telefono in cambio di un prestito di 20 euro alla fine dello scorso ottobre. Qui, secondo i due, potrebbe stare il punto di origine della vicenda.