In Sicilia più di 8 medici su 10 sono obiettori di coscienza. D’ora in poi, però, le strutture ospedaliere pubbliche saranno obbligate ad assumere anche medici non obiettori. L’Assemblea regionale siciliana ha infatti approvato una norma per permettere la piena attuazione della legge 194 del 1978, non sempre rispettata in Italia. L’obiezione di coscienza in regione, infatti, secondo l’ultimo report ufficiale che contiene i dati relativi al 2022, si attesta all’81.5 per cento. E secondo un rapporto di Medici del Mondo, in 26 strutture dell’isola raggiunge il 100 per cento. La norma potrebbe segnare un precedente a livello nazionale, dove non solo in Sicilia risulta difficile accedere all’IVG. Secondo i dati ufficiali del ministero della Salute, pubblicati nel dicembre 2024, la regione con le percentuali più alte di obiezione di coscienza è il Molise, dove il 90,9% dei ginecologi è obiettore. La regione con il tasso più basso è invece la Valle d’Aosta, con il 25%.

Il nuovo decreto – Il provvedimento, approvato con voto segreto con 27 favorevoli e 21 contrari, era parte di un disegno di legge presentato dal deputato regionale del Pd Dario Safina nel 2023, poi trasformato in emendamento al disegno di legge 738 in materia di sanità. Il testo prevede procedure concorsuali dedicate esclusivamente a medici non obiettori e l’obbligo per le aziende sanitarie di provvedere tempestivamente alla loro sostituzione qualora dovessero cambiare idea, garantendo così la continuità del servizio. L’articolo 3 prevede inoltre che le aziende del servizio sanitario regionale istituiscano aree dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza dove non siano già previste.

Aborto e obiezione in Italia – Le modalità di accesso all’interruzione di gravidanza sono disciplinate dalla legge n. 194 del 22 maggio 1978. Prima di allora, in Italia, l’aborto era considerato un reato. L’obiezione di coscienza è regolata dall’articolo 9 della legge, secondo cui il personale sanitario non è tenuto a prendere parte alle procedure e agli interventi per l’interruzione della gravidanza se si dichiara preventivamente obiettore. In ogni caso il sistema sanitario nazionale è in teoria tenuto ad assicurare che l’IVG si possa svolgere nelle varie strutture ospedaliere, e dovrebbe intervenire con trasferimenti di personale nei casi in cui sia il 100 per cento di obiettori. Non ci sono però obblighi specifici di assunzione e non sono previste, a differenza di quanto introdotto ora in Sicilia, procedure concorsuali mirate.