Un movente in comune, due mariti arrestati, quattro donne assassinate. Cambiano i modi, ma non l’esito. Bologna e Arezzo sono collegate da un doppio duplice omicidio, in entrambi i casi di una figlia e di una madre. Stando a quanto riportato dalle forze dell’ordine, la motivazione per i due casi sarebbe da ricollegarsi ad un matrimonio in crisi da tempo.
Il caso di Arezzo – Un altro litigio coniugale, l’ennesimo, che si conclude in tragedia. Jawad Hicham, 38 anni, marocchino, ha assassinato nella notte tra il 12 e il 13 aprile la moglie (e mamma dei suoi due figli) Sara Ruschi, 35 anni, e la madre di questa, Brunetta Ridolfi, di 76 anni. Il doppio delitto si è consumato intorno all’una di notte, quando l’uomo si sarebbe scagliato contro la moglie e la suocera armato di un coltello da cucina. Il movente, ancora da chiarire, potrebbe essere legato a una crisi matrimoniale, con i due coniugi che erano soliti litigare fino a tarda notte nell’appartamento all’ultimo piano della palazzina di via Benedetto Varchi, vicino al centro storico di Arezzo. Gli operatori sanitari, al loro arrivo, hanno potuto solo constatare il decesso della Ridolfi, mentre la Ruschi è deceduta durante la notte all’ospedale San Donato, dove era stata ricoverata in condizioni disperate. A dare l’allarme il figlio maggiore della coppia, appena sedicenne, che oltre a telefonare alla Polizia avrebbe anche assistito ai delitti della madre e della nonna. All’arrivo delle forze dell’ordine l’assassino, incensurato, sarebbe corso in stato di shock verso gli agenti, urlando «Le ho ammazzate, le ho ammazzate». Al momento si trova in custodia presso il carcere di Arezzo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Il caso di Bologna – Appena un giorno prima, il 12 aprile era stato arrestato per un duplice omicidio Giampaolo Amato. I fatti risalgono però all’ottobre 2021, quando il 64enne, oculista all’ospedale Maggiore di Porretta ed ex medico della squadra di pallacanestro della Virtus Bologna, avrebbe assassinato la moglie, Isabella Linsalata (anch’essa medico di professione) tramite un mix di benzodiazepine e anestetici destinati all’uso ospedaliero. Secondo la Procura, con le stesse modalità, avrebbe ucciso anche la suocera, deceduta solo 20 giorni prima della figlia. Il movente dei due delitti sarebbe legato ai pessimi rapporti dei coniugi, in crisi da tempo a causa di una relazione extraconiugale del medico con una donna più giovane e portata avanti nonostante la moglie, al corrente dei fatti, gli avesse chiesto di terminarla. Dietro al delitto ci potrebbe essere anche un movente economico. Amato infatti, secondo gli inquirenti, si sarebbe trovato in difficoltà finanziarie per via di quella seconda relazione non più segreta. La stessa amante, stando a quanto comunicato dal Gip di Bologna Claudio Paris, correva il «concreto rischio di subire una sorte analoga».
I numeri dei femminicidi – Con le due vittime di Arezzo salgono a 33 i casi di femminicidio in Italia nel 2023 (i dati del Ministero dell’Interno ne contavano 31 al 9 aprile). I numeri si assestano sulle medie del 2022, che ha visto 125 donne perdere la vita in contesti familiari o affettivi, spesso per via di relazioni in crisi o eccessi di gelosia. «Osserviamo il silenzio del governo che ignora il fenomeno della violenza maschile alle donne. Non abbiamo sentito parole di sostegno e vicinanza da parte delle istituzioni davanti all’incremento dei numeri, né abbiamo letto i programmi che questo governo intende attuare per contrastar la violenza. I fenomeni non spariscono grazie al silenzio», queste le parole di Antonella Veltri, presidente di “Donne in Rete contro la violenza”.