«Mi dovranno fermare con tutto l’esercito italiano. Farò una strage. Poi mi posso anche togliere la vita» e ancora «vedrai quanto posso essere cattivo». Sono i messaggi con cui Christian Sodano, maresciallo della Guardia di Finanza di 26 anni, minacciava l’ex fidanzata, Desirée Amato di 22 anni, giorni prima di compiere il duplice omicidio della madre di lei, Nicoletta Zomparelli e della sorella di 19 anni, Reneé Amato.

I messaggi intimidatori- Sono messaggi che Christian aveva cancellato dal suo cellulare e che, però, Desirée aveva inoltrato ad una sua cara amica forse proprio nel timore che potessero diventare realtà. Non sono, infatti, le uniche frasi intimidatorie che l’ex maresciallo aveva scritto alla sua ex fidanzata, che aveva deciso di troncare una relazione che andava avanti da pochi mesi. «Sei una falsa, devi soffrire quanto ho sofferto io. Ti farò tanto male, fosse l’ultima cosa che faccio. Non me ne frega più niente». Si legge ancora nelle chat nelle quali spesso Desirée tentava di farlo ragionare. «Ma cosa ti ho fatto?» gli chiedeva. La risposta: «Male. Non immagini quanto. Tranquilla, domani mi divertirò io per bene. Ti piace farmi soffrire? Perfetto». Messaggi accompagnati anche da foto altrettanto minacciose, come una foto nella quale Sodano mostra una mano ferita a causa di un pugno sferrato contro un muro: «Devi stare calmo. Fai sempre così, ma quando cresci?», gli scrive Desirée, ma lui replica: «Non sono Dio per giudicare una persona, ma visto che Dio mi ha tolto quelle più care ne porterò anche io a Dio. E ne porterò molte».

FONTE: ANSA

Premeditazione- Messaggi violenti che ora sono al vaglio degli inquirenti e che potrebbero far emergere anche l’aggravante della premeditazione per il 26enne che ha già confessato i due delitti. L’ipotesi della premeditazione sarebbe confermata da quanto trovato nella sua auto dopo l’arresto: uno zainetto contenente sacchi di plastica, guanti, nastro adesivo, manette e un manganello telescopico. Per il momento, a Sodano è stata convalidata la custodia cautelare in carcere per il pericolo di fuga.

Educare gli uomini- Le chat e i discorsi di Sodano lasciavano presagire quali fossero le sue intenzioni, ma come spiega Carlotta Cossutta, co-presidente dell’associazione Casa Delle Donne di Milano: «È sempre difficile difendersi dalla violenza perché tutta la società viaggia nella direzione di giustificare la violenza verbale». Sono molti i consigli che vengono dati alle donne su come riconoscere comportamenti violenti da parte di uomini e su come prevenirli, come ad esempio non presentarsi al cosiddetto “incontro chiarificatore”. Secondo Cossutta, però, bisognerebbe lavorare di più sui responsabili delle violenze, piuttosto che su chi le subisce: «I consigli che colpevolizzano le donne non sono mai buoni consigli: per prevenire la violenza bisognerebbe agire sulle strutture di potere e sugli uomini che agiscono la violenza, più che chiedere alle donne di difendersi. Se qualcuno vuole uccidere, forse, comunque lo farà». Cossutta poi aggiunge: «Non si dovrebbe chiedere continuamente alle donne di proteggersi perché questo non fa che riportare l’attenzione su chi invece subisce violenza».

Cosa fare- Ci sono, però, misure di difesa che nella maggior parte dei casi si rivelano fondamentali. «I consigli che mi sento di dare, sapendo che ogni situazione è diversa, sono non isolarsi e quindi provare a mantenere relazioni con la famiglia e con gli amici. È importante, poi, rivolgersi a un centro antiviolenza, anche solo se si ha un dubbio, un momento di incertezza. I centri non sono solo luoghi dove andare quando la violenza è già in atto, ma anche luoghi dove trovare ascolto e comprensione e possono offrire gli strumenti più adeguati per reagire».