Il terrorista di estrema destra Pierluigi Concutelli, assassino del giudice Vittorio Occorsio, è morto a 78 anni con il suo carico di misteri. Non si è mai pentito e scontava tre ergastoli agli arresti domiciliari per motivi di salute, in un piccolo appartamento all’Idroscalo di Ostia.

Pierluigi Concutelli in una immagine del 13 febbraio 1977. (foto di: Ansa/Massimo Capodanno)

Omicidio Occorsio – Il 10 luglio 1976 Concutelli uccise con una raffica di mitra il magistrato che più di tutti in quel periodo si era speso contro l’eversione neofascista a Roma. Vittorio Occorsio era il giudice che aveva ottenuto la condanna di 30 esponenti del movimento politico di estrema destra “Ordine nuovo”, di cui Concutelli era uno dei capi. Nel 1973, il magistrato aveva anche ottenuto lo scioglimento dell’organizzazione grazie all’applicazione della legge Scelba, legge che tutt’oggi vieta la ricostruzione del partito fascista. Concutelli venne arrestato l’anno dopo l’omicidio, il 13 febbraio 1977, in un covo in via dei Foraggi nel centro storico di Roma. Quando le forze dell’ordine lo portarono via fece il saluto romano.

Altri omicidi – Per l’omicidio di Occorsio, Concutelli venne condannato all’ergastolo nel carcere di massima sicurezza di Novara. Nel penitenziario uccise altre due volte. La prima volta, il 13 aprile 1981, la vittima fu Ermanno Buzzi, militante neofascista di Brescia, in carcere per la strage di piazza della Loggia. L’anno dopo, il 10 agosto 1982, Concutelli strangolò Carmine Palladino, terrorista nero accusato della strage di Bologna. Le vicende non sono ancora state chiarite: il presunto movente di entrambi gli omicidi potrebbe essere la collaborazione di Buzzi e Palladino con carabinieri e magistrati. Concutelli ricevette altre due condanne all’ergastolo.

Militanza – Concutelli era nato a Roma ma si era trasferito da giovane in Sicilia: fu lì che cominciò a interessarsi di politica, prima aderendo al Fuan (Fronte universitario d’azione nazionale), l’organizzazione universitaria del Movimento sociale italiano, e poi avvicinandosi a gruppi extraparlamentari di estrema destra. All’inizio degli anni Settanta entrò in “Ordine nuovo”, movimento politico e terroristico di estrema destra extraparlamentare nato nel 1969, e ne diventò uno dei capi. Il suo nome di battaglia era “il comandante“. Con il movimento organizzò il rapimento del banchiere Luigi Mariano, il 23 luglio 1975. Subito dopo scelse la lotta armata e da lì cominciò la sua scia di omicidi.

Malattia – Ottenne la semilibertà nel 2001: poteva uscire per andare a lavorare di giorno, dopo 24 anni di reclusione. Nel 2008 però gliela revocarono, poiché gli trovarono addosso una dose di hashish. Tra il 2009 e il 2011 fu colpito da tre ischemie celebrali, non riusciva più a scrivere e aveva gravi problemi di salute. Fu perciò messo ai domiciliari. Nel 2015, però la Cassazione, gli negò la liberazione condizionale per «il mancato ravvedimento»: non aveva mai preso le distanze dal suo passato di terrorista. Nel 2008 scrisse un libro, Io, l’uomo nero, in cui con freddezza ricostruì la sua vita tra politica, violenza e galera.