Dopo oltre un anno di gestazione, dal 15 giugno FreeJourn è online. Nata da un’idea della giornalista Gea Scancanello e del gruppo editoriale News 3.0 e vincitrice del primo bando per l’innovazione nell’editoria di Google, FreeJourn è una piattaforma di crowdfunding che vuole valorizzare il lavoro dei reporter freelance e il contatto con i lettori.

Cos’è – «Questo è il primo progetto che promuove i giornalisti freelance». Così Gea Scancanello ha inaugurato la serata di presentazione della piattaforma, svoltasi a Milano il 15 giugno alla presenza di circa 250 persone e di ospiti come Milena Gabanelli, Emanuele Colli di Google e Paolo Madron, direttore di Lettera 43 e amministratore delegato di News 3.0. Un crowdfunding verticale che, dicono gli ideatori, «vuole creare un sistema dinamico in grado di offrire ai giornalisti freelance nuove opportunità economiche, ai lettori la possibilità di essere parte attiva del processo informativo e alle aziende editoriali un bacino qualificato di idee, storie e profili professionali con cui arricchire i propri prodotti». «I giornalisti sono sempre più freelance. Ma questo è un mercato che in Italia è trascurato e che invece questa piattaforma ha l’ambizione di valorizzare. Speriamo ci riesca», aggiunge Paolo Madron.

Come funziona – Alla piattaforma possono iscriversi, gratuitamente, giornalisti, editori, lettori, aziende e partner (media, associazioni, fondazioni, Ong). Ogni freelance iscritto avrà a disposizione un proprio profilo “social” su cui caricare informazioni che lo riguardano e tramite il quale farsi conoscere da colleghi e lettori. Potrà contattare altri giornalisti o media tradizionali per proporre progetti da svolgere insieme, oppure potrà presentare la propria idea ai lettori che potranno decidere, così come gli altri soggetti iscritti, di finanziare o meno il progetto. I lettori possono inoltre proporre proprie idee o spunti, e chiedere che vengano realizzati. Il 10 per cento di quanto raccolto con il crowdfunding verrà trattenuto dalla piattaforma. Terminato il lavoro, questo sarà poi pubblicato su FJ magazine ed eventualmente su altri canali se il giornalista vorrà rivenderlo.

I primi esempi – «Prima ancora del suo esordio online, c’erano già quasi 200 freelance iscritti a FreeJourn», ha detto Gea Scancanello durante la presentazione. Tutti giornalisti valutati e «validati» dai gestori di FreeJourn secondo standard di qualità. Criteri che, dicono gli amministratori del sito, «sono quelli con cui in ogni redazione vengono valutate proposte e lavori già pubblicati: originalità, capacità di approfondire un argomento o di creare angoli di indagine interessanti, ai quali si sommano le competenze base del mestiere». E chi ha poca esperienza o non ha pubblicato mai nulla? Nessun problema, basta inviare un inedito e dimostrare di avere talento e idee. A inaugurare il sito ci pensano due inchieste, S.P.(R.)A.R. di Francesco Altomonte sul cosiddetto modello Riace di accoglienza, e Carte False, del centro di giornalismo IRPI, sugli illeciti del sistema di verifiche e certificazioni delle grandi aziende d’Italia. Due esempi di un impegno che, secondo Milena Gabanelli, è un elemento fondamentale perchè questo progetto abbia successo. «La piattaforma ti dà le possibilità però i progetti devono essere validi e realizzabili. La bontà di FreeJourn sarà riconosciuta dal pubblico ma dietro deve esserci un grande lavoro perché non si improvvisa nulla», commenta la giornalista, sottolineando la necessità che i freelance dimostrino qualità ed entusiasmo, «per poter avere l’opportunità di non lavorare gratis».

La serata di presentazione di FreeJourn che si è svolta il 15 giugno allo spazio Base di Milano

 

di Ambra Orengo e Felice Florio