Cresce il razzismo. E con esso crescono i rischi per l’ordine pubblico a causa del protagonismo dell’estrema destra, con un incremento di episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri e un possibile aumento degli scontri con i movimenti antagonisti in vista delle elezioni Europee. È questo l’allarme lanciato dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza nella relazione annuale presentata il 28 febbraio in Parlamento dal direttore del Dis Gennaro Vecchione insieme col presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla presenza dei vertici del Comparto Intelligence, dei ministri del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) e dei componenti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir).

Nuove destre – Il timore, dichiarano i Servizi segreti, deriva dalla «percepita crescita di visibilità e protagonismo» delle formazioni di estrema destra. Non nuove, si legge nel rapporto, a «episodi di stampo squadrista» che denotano comportamenti «marcatamente razzisti e xenofobi», con l’inasprirsi dell’intolleranza nei confronti dei cittadini stranieri. Un fenomeno che nel 2018 avrebbe portato a una radicalizzazione dei contrasti col movimento antifascista all’interno di una «mai sopita ostilità tra estremismi di opposta matrice». Questa «accentuata propensione allo scontro», conclude l’intelligence, «rischia di aggravare la conflittualità tra i due fronti, con una possibile intensificazione di provocazioni, aggressioni e reazioni in grado di generare criticità sul piano dell’ordine pubblico».

Terrorismo – La minaccia jihadista, secondo gli 007,  è ancora tra noi e «non ha conosciuto flessioni» nell’ultimo anno, come testimoniano «le numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare contro obiettivi occidentali». L’Isis, si legge, «si è mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa» che spesso ricorrono a metodi innovativi e armi non tradizionali come i droni carichi di esplosivo. Molta attenzione è dedicata anche al fenomeno dei “radicalizzati in casa”, un bacino «sempre più ampio e sfuggente», e ai foreign fighter, i militanti andati a combattere in Medio Oriente e in procinto di ritornare in Europa. Sarebbero 138, secondo i dati in mano all’intelligence, quelli collegati a vario titolo con l’Italia tra coloro che sono partiti per la Siria o l’Iraq. Le indagini hanno inoltre accertato «l’utilizzo dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento in Europa di estremisti sub-sahariani», sebbene in modo «sporadico e non strutturale».

Immigrazione – Sul fronte migranti il Dipartimento conferma che nel 2018 si è registrata una contrazione degli sbarchi dell’80%. I fattori sono molteplici: da un lato il potenziamento dei controlli a sud della Libia, in particolare in Niger. Dall’altro l’incontro tra l’impegno della Guardia Costiera libica e la drastica riduzione delle imbarcazioni delle Ong, che hanno scoraggiato i trafficanti dallo sfruttare gli aiuti umanitari. In controtendenza appare invece rispetto l’aumento degli sbarchi occulti che riguarda in primo luogo le rotte dalla Tunisia e quella che collega l’Algeria alla Sardegna. Queste, secondo gli 007 italiani, favorirebbero l’ingresso di personalità collegate alla rete terroristica.