Nessun taxi disponibile a Roma o negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, proteste organizzate a Torino e spontanee a Milano. Lunghe file di taxi vuoti, senza conducenti. Mille tassisti davanti a Palazzo Madama a Roma, previsti centinaia dalle 12:00 alle 18.00 al Palazzo Civico di Torino. Tutti protestano contro l’emendamento ribattezzato “salva Uber”. Secondo le associazioni di categoria la modifica del decreto Milleproroghe rischia di sbilanciare il mercato e di diffondere l’esercizio abusivo del noleggio con conducente (Ncc). L’emendamento a firma Lanzillotta-Cociancich, approvato dalla commissione Affari costituzionali il 14 febbraio, sarà votato dall’aula del Senato giovedì 16 febbraio alle 12.00.
La norma – La legge quadro 21/92 finora obbliga i noleggiatori a dimostrare con un foglio, e non a voce, che il taxi sia partito da un’autorimessa della stessa città dove si effettuano le corse. L’emendamento elimina la necessità di presentare un documento scritto. Basterebbe solo la parola. Chiunque potrebbe dire di provenire da un’autorimessa della zona, anche se in realtà è di un altro comune o addirittura regione.
«Giungla» – «Con questo emendamento si rischia di creare una giungla – commenta Massimo Campagnolo, segretario nazionale di Federtaxi Cisl – Se un noleggiatore di taxi di Uboldo, comune in provincia di Varese, mandasse 200 taxi a Milano nessuno potrebbe controllare da dove proviene la loro autorimessa. Sarebbe come mandare i taxi di Lamezia Terme a Roma. Ognuno resti nella propria zona o rischiamo di avere più taxi che persone». Le associazioni dei tassisti cercano di impedire un fenomeno del genere, ma non hanno alcun potere su piattaforme come Uber, azienda di trasporto che con un sofisticato software collega direttamente passeggeri e autisti. «Il problema non è Uber in sé ma il fatto che non controlli e coordini i suoi utenti. Sfruttando la tecnologia Gps, dovrebbe verificare che i suoi autisti in servizio in una città non provengano da un’autorimessa forestiera» chiarisce Campagnolo.
RIchieste – I tassisti milanesi hanno chiesto un incontro con Luciana Lamorgese, prefetto di Milano nominato due giorni fa. A livello nazionale rivendicano la promessa fatta due anni fa dal Governo di aprire un tavolo delle trattative nel caso avesse cambiato la norma. L’emendamento c’è stato ma l’incontro no. Il 22 febbraio a Roma ci sarà la manifestazione nazionale di categoria dove i tassisti si riuniranno per protestare contro il Governo.